Ancora una volta ho ceduto al fascino di una visita guidata per andare alla scoperta di un angolo di Roma. Questa è stata l’occasione per visitare la Garbatella, quartiere diventato famoso per la serie tv “I Cesaroni“.
La zona è relativamente giovane per Roma e si sviluppò per volere del re Vittorio Emanuele II negli anni ’20, in un’area praticamente semi disabitata, adibita alla coltivazione dell’uva (coltivata con il sistema “a garbata” da cui alcuni dicono che venga il nome del quartiere) e al pascolo.
Le nuove costruzioni si svilupparono intorno alla Basilica di San Paolo Fuori le Mura e, nel progetto originario rimasto solo su carta, avrebbero dovuto essere collegate ad Ostia tramite un canale navigabile parallelo al Tevere.
Pur nascendo come edilizia economica e popolare, l’assetto architettonico è stato curato con attenzione al fine di creare il giusto equilibrio tra estetica e comodità. Nel nucleo storico le abitazioni sono collocate in villini o basse palazzine, le costruzioni, affidate a giovani e promettenti architetti, sono diverse tra loro per lo stile usato e grande spazio è lasciato ai giardini privati e alle aree verdi comuni.
Con l’avvento del fascismo lo stile delle costruzioni divenne più simile ai moderni condomini, come risulta evidente dai cosiddetti “Alberghi suburbani”, ma ha conservato comunque elementi distintivi e cura dei dettagli.
La cosa più bella della Garbatella è l’aria oziosa di paese che si respira in questo popoloso quartiere romano. Il caos cittadino rimane fuori dai freschi giardini in cui le signore si mettono al fresco a chiacchierare mentre i bambini giocano liberi. I panni stesi, il vocio alle finestre e i residenti che non esiteranno a salutarvi come foste vecchi conoscenti.
Mentre stavamo concludendo la nostra visita davanti all’Albergo Rosso, una signora a spasso con il cane non ha saputo resistere e ci ha avvicinati “Dicono che Mussolini ha fatto tante cose brutte. Io non lo so, perché all’epoca nun c’ero, però io vivo all’ultimo piano dell’albergo rosso, sotto l’orologio e so che palazzi così non ne fanno più! Venite a vede’ quanto so’ belle le scale!“.
Senza darci tempo di replicare ci ha fatto strada, ci ha raccontato che le finestre serrate al quarto piano sono quelle dell’appartamento di Mussolini, oggi chiuso, e ci ha mostrato orgogliosa la scalinata interna del palazzo.
La nostra passeggiata serale non poteva concludersi in modo più autentico e spontaneo del contatto con la romanità generosa di questo luogo.
Lo so che a Roma ci sono mille cose da vedere e che i turisti prediligono altre zone, ma a Roma si torna sempre più di una volta, quindi se doveste ricapitare, vi consiglio, magari la sera verso il tramonto, di prendere la Metro B fino a Garbatella.
Potete scaricarvi un percorso da internet oppure scegliere una visita guidata (on line se ne trovano diverse) come ho fatto io. Non ve ne pentirete!
Se poi volete, scrivetemi e vi consiglio anche un paio di posti dove vale la pena fermarsi a mangiare!