La geisha è un’artista del mondo che fluttua: canta, danza, vi intrattiene; tutto quello che volete. Il resto è ombra, il resto è segreto.
Arthur Golden – Memorie di una geisha
Se non avete letto il libro di Golden, lasciate perdere questo post (vi autorizzo io) e correte a procurarvene una copia. Resterete incantati e mi ringrazierete. Se invece lo avete letto, capirete perfettamente con che stato d’animo ho passeggiato per le vie di Gion, quartiere di Kyoto in cui il romanzo è ambientato. Gli occhi spalancati su un mondo che mi ha fatta sognare.
Purtroppo noi occidentali confondiamo spesso l’idea della geisha con quella di una “intrattenitrice” per scopi prevalentemente sessuali. Questa immagine è sbagliata, riduttiva e fuorviante. Per capire cosa rappresentino, bisogna cercare di entrare in una cultura diversissima dalla nostra, in un mondo fatto di uomini in cui le donne, spesso analfabete, erano relegate in casa. Non è difficile immaginare, in una realtà simile, il fascino che donne acculturate, in grado di sostenere una conversazione interessante, di suonare, danzare, di ascoltare nel vero senso della parola, potessero esercitare tra gli uomini.
Ora le geishe sono sempre meno, la loro sta diventando più che altro un’immagine esotica, ma il loro fascino è indiscusso.
Mi sono informata ed ho scoperto che le geishe non amano essere fotografate. O, meglio, non si fermano mai per farsi fotografare. Un po’ credo faccia parte del personaggio e un po’ della paura di essere assalite dai numerosi turisti che si aggirano per Gion. Aspettano il momento propizio per uscire e quando lo fanno hanno spesso una persona che le accompagna.
Il primo giorno siamo stati a Gion di mattina. A quell’ora difficilmente escono, se lo fanno non portano il classico cerone bianco. Noi abbiamo avuto la fortuna di incontrare una maiko (apprendista geisha) semplicemente deliziosa con la sua borsetta di Hello Kitty.
La sera del giorno dopo siamo tornati, forti del fatto che se volevamo vedere una geisha, l’unica possibilità era dopo le 19.
Abbiamo percorso in su ed in giù Hanami-koji, strada che è il cuore del quartiere delle geishe, ma c’eravamo solo noi ed altri turisti. La fame ci ha vinti e ci siamo fermati a mangiare la carne da Junidan-ya.
Dopo cena abbiamo deciso di passeggiare senza meta per i deliziosi vicoli che si diramano da Hanami-koji. Proprio in una stradina un rumore di campanelli ha attirato la mia attenzione. Mi sono voltata e per la prima volta mi sono trovata faccia a faccia con una geisha. Ho preso il cellulare per fotografarla, ma lei e la sua accompagnatrice hanno accelerato il passo.
Ho provato a precederle, ma senza successo. Voi non avete idea di quanto potesse correre nonostante quegli zatteroni assurdi!
Poco soddisfatta dei miei scatti (tutti con il cellulare e sfocati, perché mio marito con la reflex aveva desistito non riuscendo nemmeno a mettere a fuoco), ero comunque contenta dell’incontro e ci siamo diretto verso Shinbashi per qualche foto prima di tornare in albergo.
Stavamo tornando sui nostri passi per prendere l’ultimo autobus della sera, quando dall’altra parte della strada, esattamente alla nostra altezza, ho visto una geisha in procinto di attraversare accompagnata da un occidentale.
Mi sono fermata e ho scattato senza sosta.
In un secondo me li sono trovata davanti. A quel punto lui si è avvicinato e mi ha guardato serissimo (e con la faccia un po’ cattiva) chiedendomi “Do you want a photo?“
Ho avuto bisogno di qualche secondo per capire che non stava per trattarmi malissimo perché avevo infastidito la sua amica, ma che voleva davvero farmi l’onore di una fotografia con lei.
Gli ho passato il telefono, mi sono dimenticata delle mie occhiaie, dei capelli impresentabili, della faccia stanca… e ho sorriso come una scema, felicissima di un ricordo che vale da solo tutto il viaggio!
***********************************
Ti è piaciuto? Pinnalo!
Questo post è stato scritto da:

FrancescaGi
Romana di nascita, sabina di azione, mamma di cuore. I suoi viaggi sono un mix tra il suo animo cittadino e l’amore incondizionato per la natura della mezza mela con cui condivide la vita. “Alla fine però sono venuti dei bei mix”, assicura lei. Chissà se la pensa così anche Luna, la coniglia nana più viziata del mondo, che li attende con pazienza a casa ogni volta. Anche se di fatto è un avvocato, Francesca dice di non avere ben chiaro cosa vuole fare da grande, ma sarà bene che lo capisca in fretta perché suo figlio di 3 anni le ha chiesto come regalo una Ducati Panigale!
Gion e le sue maiko resteranno per sempre nel mio cuore. Grazie per avermi fatto tornare con la mente alla magica Kyoto!
Ma che fortuna! Sapevo anch’io che non amano essere fotografate, ed il libro si, l’ho letto! Bellissimo
Francy bellissima ed emozionante descrizione del tuo incontro con una geisha… La loro figura mi affascina. Un mondo anni luce lontano dalla nostra cultura ma proprio per questo interessante!
Sì Anna, è bellissimo e stimolante avere a che fare con culture diverse dalla nostra. Questo incontro lo porterò nel cuore per sempre!
Che meraviglia! Ho letto il libro di Golden (uno dei miei preferiti, tra l’altro!) ed ho visto anche il film, quindi immagino cosa significhi camminare per le strade di Gion e vedersi sbucare fuori una geisha. Bellissima la foto! Non capita tutti i giorni di avere uno scatto con una vera geisha!
Memorie di una geisha è un capolavoro 🙂 voglio vedere il film!
Deve essere stata un’esperienza bellissima! E il contrasto tra i vostri volti rende sia l’uno che l’altro molto belli. Complimenti!
Grazie! 🙂
E’ bellissimo il racconto, bellissime loro, e l’espressione soddisfatta sul tuo volto nell’ultima foto vale tutti gli sforzi e tutti gli appostamenti!
Decisamente!!! 🙂
Concordo! :))
Davvero un bel racconto: appassionato, sincero, coinvolgente!
Ho esultato quando alla fine sei riuscita ad avere la tanto sospirata foto (ho esultato stile Vivian di Pretty Woman alla gara di polo 😀 😀 )
😀 non sai quanto ho temuto che l’omone americano mi volesse sgridare… ma tutto è bene quel che finisce bene!
Che bello questo racconto!!!! UAHOOOO!
Grazie! 🙂 Desideravo tanto questo incontro e avevo delle aspettative così basse che sono davvero rimasta senza fiato quando ho visto la foto sul mio cellulare 😀