In Alta Savoia, a un tiro di schioppo da Annecy, si trovano le pittoresche Gorges du Fier, un lungo canyon stretto e profondo scavato dall’erosione dovuta al passaggio continuo delle acque correnti del sottostante fiume Fier.

La visita alle Gorges du Fier

La visita alle Gorges du Fier si svolge su una passerella in legno lunga quasi 300 metri, fissata ovviamente alla parete rocciosa mediante una struttura portante in ferro, a circa 25 metri dalle acque minacciose del torrente.

Gorges du Fier

Già dopo qualche passo dall’inizio del percorso ci si addentra nella stretta faglia delle Gole, dove, in caso di forti piogge, l’acqua può salire di 26 metri in poche ore. Dopo di che, la gola si restringe.

Una volta verde attenua la luce, attraverso le fronde degli alberi che si trovano in cima, conferendo alle rocce aspetti imprevedibili, mentre in basso il Fier scorre silenzioso o con fragore attraverso cumuli di blocchi di roccia dalle forme più svariate.

Alcuni fanno pensare a enormi fossili di animali preistorici. altri sembrano dei visi.

In caso di piene, il livello dell’acqua fa presto a salire. A sinistra del percorso c’è un punto dove si trova un pannello verticale (a mo’ di termometro) che mostra il livello raggiunto dalle acque nel corso delle piene degli ultimi 100 anni.

In periodo di magra, la portata del Fier è di circa 3 mcubi/sec, ma durante le piene, la portata aumenta considerevolmente, da 30 a 500 mcub/sec.

In passato è successo alcune volte che le acque salissero addirittura sopra al livello della passerella stessa, e non di poco…

Ho visto le foto recentissime della piena del maggio 2015, e vi assicuro che tutti i passaggi in legno sono stati completamente rifatti (era rimasto ben poco di integro).

Più avanti, si vede l’arcata di un ponte stradale, e poco oltre, quella di un ponte ferroviario. Dopo si lasciano le passerelle e, varcato un cancelletto in ferro, bastano pochi passi per accedere a un sentiero.

Sui pannelli informativi si scopre una presentazione generale del sito e della sua geologia, oltre a spiegazioni su tutte le curiosità della visita.

Il sentiero si prolunga per aprire la vista sulla Mer des Rochers, una sorta di labirinto di blocchi di roccia fra le cui incrinature scorre discreto il Fier. Dopo una pausa in questo labirinto, il fiume riprende il suo corso.

Per tornare indietro, si imboccano nuovamente le vertiginose passerelle. Dopo il tornello dell’uscita, in una stanza allestita, sono presentati (dal 1860 ad oggi) gli eventi che hanno segnato questa regione e le fotografie delle grandi piene, che hanno lasciato il segno in questo sito.

Tra i visitatori c’erano anche moltissimi bambini, e anche i pannelli didascalici nella parte finale del percorso erano mirati esplicitamente a un target infantile, segno che quindi il luogo è considerato sicuro e adatto anche a loro.

Di più, ho addirittura visto alcuni visitatori col proprio cane al guinzaglio.

I gestori delle gole hanno saputo far leva sugli aspetti fiabeschi e magici del luogo per arricchire la visita, non soltanto dei bambini. Hanno predisposto pannelli che fanno notare ai visitatori i punti in cui le rocce, scolpite dall’erosione, assomigliano a volti o ad animali mitici come i draghi.

Ad un’estremità del percorso, sulla Mer des roches dove ci sono curiosità geologiche che assomigliano ad impronte, hanno rievocato le leggende dei cavalieri medievali e di un’infelice contessa che viveva nel vicino castello di Montrottier.

La leggenda delle Gorges du Fier

Secondo la leggenda, il conte di Montrottier nutriva dei sospetti sulla fedeltà di sua moglie, la contessa Diane.
Incaricò quindi un giovanotto, un paggio, di sorvegliarla. Il ragazzo, innamorato segretamente della donna, si mise quindi a spiare ogni suo minimo gesto, e la sorprese in un abbraccio appassionato con il conte di Pontverre, il rivale del suo legittimo sposo.
L’amore che il paggio nutriva per la contessa si tramutò velocemente in odio, e per vendicarsi avvertì il conte di Montrottier, il quale organizzò una messinscena per sorprendere i due amanti.

Smascherato e spaventato, il conte di Pontverre fuggì a cavallo. Il paggio, determinato a prenderlo, si attaccò alla coda del destriero per rallentarlo, ma il conte lo trascinò sino all’altezza del Fier e poi tagliò la coda al cavallo con un fendente di spada.
Il ragazzo precipitò e sparì nel punto dove si formarono le Gorges.

Da allora, gli abitanti del luogo a volte sentono dei gemiti lontani innalzarsi dalla gola. Alcuni dicono che si tratti dei lamenti del paggio che ricorda il suo amore perduto.

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Roberta

Roberta

Era ancora il secolo scorso quando si è laureata in Scienze della comunicazione, si è poi ritrovata quasi per caso a lavorare nel mondo che rappresenta il simbolo del secolo attuale: il World Wide Web. Anche se non ha i capelli biondi, a 3 anni ha fatto come Alice ed è caduta nella tana del coniglio, dove ha scoperto il paese delle meraviglie chiamato Lettura. Giusto il tempo di diventare grande e ha cominciato a intraprendere viaggi alla scoperta di luoghi conosciuti sulla pagina scritta (e se sono le Isole britanniche è anche meglio). Riservata ma curiosa, pigra ma multitasking, è un’ammiratrice del disordine organizzato.