Da un’idea della comunità delle Travel Blogger Italiane. Dopo #Viaggi90, abbiamo tirato fuori il #PrimoViaggioEstero.
La scuola superiore che frequentavo era entrata in contatto con un istituto superiore della cittadina di Haderslev – Danimarca.
Insieme, i due presidi avevano deciso di fare uno scambio di studenti, per favorire la fratellanza tra i popoli europei.
A febbraio di quell’anno, la mia amica danese di nome Karina, visse una settimana da noi. Frequentò con me la scuola, visse con me e la mia famiglia, uscimmo insieme con i miei amici.
Ad aprile toccò a me, con i miei compagni di scuola.
Metà della mia classe (l’altra metà aveva deciso di non partecipare), salì in treno a Siena e, accompagnati da un insegnante, viaggiò verso Haderslev.
27 ore di viaggio all’andata. 24 ore di viaggio al ritorno.
Se dovessi farlo ora, penso che prima mi darei una martellata sui piedi.
Fu un viaggio infinito, eppure divertentissimo. Cambiammo tre treni, ma ricordo l’emozione di quando, a Chiasso, varcammo il confine. Era tarda notte, eravamo suddivisi in cuccette da sei, ma nessuno dormiva.
Tutti al finestrino a guardare questo “confine”.
Chiaramente non c’era niente da vedere, ma eravamo all’estero.
Ufficialmente!
Passammo la notte in bianco, tra risate e corse tra gli scompartimenti. La mattina uno stewart tedesco ci portò un bicchiere di roba imbevibile.
La mia prima esperienza con il caffè d’oltralpe.
Arrivammo a destinazione nel tardo pomeriggio. Mi ricordo che mi trascinai e la mia Samsonite Oyster – acquistata per l’occasione – per tutta la stazione danese. Sarà pesata 40 kg.
Solo anni più tardi avrei imparato a viaggiare leggera.
Avevo portato con me anche pacchi e pacchi di merendine salvavita. Le avrei vendute giorni dopo a peso d’oro! Né io né i miei compagni di classe ci abituammo mai all’orribile cucina danese.
Karina e la sua famiglia, i Petersen, che mi ospitavano, vennero a prendermi alla stazione. In macchina arrivammo alla loro casetta, tipica del Nord Europa. Tutta in legno, tetto spiovente, finestre bianche a quadrettoni.
Una tazza di latte e crollai a letto.
La mattina successiva, e tutte le altre, andammo a scuola in bici. In un paese privo di pendenze, la scuola era chiaramente in cima all’unica collina della Danimarca!
Mi ricordo una fatica bestiale, mentre Karina e le sue compagne sfrecciavano per la pista ciclabile con una pendenza inaudita tra i popoli civili.
La scuola era bellissima, le aule enormi. Alla fine dell’ora di lezione, tutti gli alunni cambiavano stanza per seguire la lezione successiva. Aveva la mensa e una stanza della musica. Tre campi da calcio, uno da baseball, un museo.
Gli insegnanti parlavano tutti perfettamente inglese (la metà dei nostri neanche parlava italiano). Se uno studente aveva difficoltà in una materia, l’insegnante dava lezioni private nel pomeriggio. Gratis.
La scuola metteva a disposizione le aule per lo studio pomeridiano, anche in assenza di lezioni. Per noi una cosa strabiliante.
La settimana danese, il mio primo viaggio all’estero, passò in un lampo.
La sera uscivamo da soli, con i nostri compagni danesi: al pub, al bowling, a passeggio.
L’unica escursione la facemmo al Mare del Nord. Mi ricordo una spiaggia enorme, freddo e tanta nebbia. In un attimo fu l’ora di tornare a casa.
Salutai piangendo la mia amica Karina. Nonostante le difficoltà della lingua, ci eravamo trovate benissimo insieme. Anni dopo ci saremmo ritrovate su Facebook.
Salimmo sul treno per tornare in Italia. Ricorda vagamente un cambio ad Amburgo, dove sul nostro treno salirono dei tifosi di una imprecisata squadra tedesca. Tornavano a casa dopo la partita. I miei compagni di classe fecero subito comunella e così passammo l’intera notte.
In tarda mattinata eravamo a casa. Chiesi a mia madre di cucinarmi un piatto di tagliatelle al ragù. Il primo pasto decente dopo una settimana!
Ero andata avanti a Kinder Brioss, mele e pane e cioccolata. Un viaggio epico, stancante, pieno di avventure.
Il sapore dell’incognito, me lo ricordo ancora. Di non sapere cosa avrei trovato, di trovarmi completamente fuori dal mio elemento. Avrei dovuto cavarmela da sola. Niente mamma o babbo a risolvere i problemi.
Totalmente indipendente, nel bene e nel male. La prova del fuoco, bere o affogare
Bevvi.
Bevvi il mio primo viaggio all’estero e mi fece venire una sete tale, che ancora non è passata. Essere fuori casa è una sensazione inebriante, che solo viaggiatori possono capire.
Grazie alla scuola ho fatto il mio primo viaggio all’estero.
Sempre grazie alla scuola, l’anno successivo, avrei fatto il mio primo viaggio in aereo, a Barcellona.
Ma questa è un’altra storia e dovrei essere raccontata un’altra volta [cit.].
Haderslev
Questo post è stato scritto da:

Francesca
La capa, dalla cui mente è nato Chicks and Trips. Senese di nascita, europea per vocazione, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e poi l'ha appesa al chiodo sopra la televisione, tanto le stampe come complemento d'arredo vanno di moda. Passa il suo tempo a scrivere atti più o meno pubblici, fare foto e pettinare gatti. Se dovesse andare a Hong Kong, sceglierebbe un volo con scalo a Londra e un tempo di attesa di un paio di giorni, pur di farsi un giro nella città della Regina. Sogna di vincere alla lotteria e passare il resto della vita in un appartamento con camino a Mayfair. Autrice de "I Cassiopei (biografie non autorizzate) e "Storia di Biagio".
Che bello questo racconto!! E che bellina la casetta in cui siete stati ospitati!
No, quella l’ho presa dal web, purtroppo della casa non ho foto!
Si sente che per te è stata un’esperienza emozionante, sicuramente una di quelle che ti riamngono addosso per tutta la vita, nel migliore dei modi!
Assolutamente sì!
Ma che esperienza meravigliosa! Immagino sia stato faticoso un viaggio così lungo ma l’entusiasmo ,come è giusto che sia, vince sempre nei viaggi
fantastico! in fin dei conti l’ hai presa anche bene, vista l’ alimentazione che hai dovuto mantenere in quei giorni! ma alla fine secondo me sono proprio queste le esperienze che fanno da spartiacque…tra chi ama viaggiare, per provare queste cose, e chi no
Parole sante, è stato lo sparti-acque!
Wow, chissà che bella esperienza che è stata! Che bello che le scuole propongano programmi simili.
Un’esperienza bellissima, la ricordo ancora con tanto piacere <3
Una delle poche cose che salvo della mia esperienza scolastica! XD
Non so se piangere o ridere! Mi hai fatto venire in mente il mio primo viaggio all’estero, a Salisburgo con uno scambio culturale tra scuole. Ci sono davvero tantissime affinità tra le nostre due esperienze!
Allora spero che tu partecipi all’iniziativa, non vedo l’ora di leggere il post!
Emozionante questo post! capisco in pieno perche’ la mia prima esperienza all’estero fu tutta una risata e mangiando malissimo. Non essendo abituata ad altra cucina che a quella della mamma, il resto era tutto schifezza per me.
Bella esperienza!
Infatti, viziati dalle mamme, la prima volta all’estero è traumatica XD
Quanti ricordi….
Davvero…
Mammamia, ho le lacrime per la commozione. Bello il racconto, belle certe immagini che hai usato. Bello, davvero bello ♡
Grazie Marina <3
Grazie dei complimenti, davvero!
Ciao! Quanti ricordi mi hai suscitato! Io andai a Londra, era aprile e beccammo una nevicata pazzesca! Forse la Danimarca sarebbe stata meglio!
Anche Londra, come prima volta, non deve essere stata affatto male, diciamocelo! Io Londra la amo da morire <3
Anche il mi primo viaggio all estero è stato in danimarca, ma a copenaghen . È stato come dici tu, una bevuta che mi fa fatto venire tanta sete, sete di viaggi. Ma a differenza tua abbiamo mangiato bene, o meglio panini buoni. bel racconto, veramente
Ho appena letto il tuo post! noi, al contrario tuo, essendo in famiglia, avevamo poche occasioni di uscire e mangiarci panini 😉
Mamma mia 27 ore di viaggio ahah e dire che negli anni ’90 ci sembrava normalissimo, ora mi prende il mal di vivere solo a pensarci! Fantastico il racconto, anch’io ricordo i bagagli pesantissimi durante le gite scolastiche per soli 10 giorni. Ora uso solo uno zaino da 30 litri per 3 settimane! 😀
27 ore di viaggio adesso? MAI!XD
Sarò scema o che? Prima mi sono messa a ridere ( scuola sull’ unica collina) e poi a piangere! Bellissimo. Grazie per L ‘ emozione.
Grazie a te <3
Bellissimo questo post! Son tornata con te ragazzina.. che bella esperienza che hai fatto!
Grazie! <3
Mica male come gita scolastica! La mia prima gita è stata a Praga, non è andata così male nemmeno a me!
hahaha, anch’io oggi non sopravviverei a tutte quelle ore di treno!! Incredibile come le scuole (la mia almeno) abbiano sempre preferito treni o pullman al comodo e rapidissimo aereo, anche quando esistevano già i low cost… fai conto che noi a Barcellona eravamo andati in pullman, praticamente in una settimana abbiamo passato più tempo in Francia che in Spagna 😉
Credo che sia una questione di costi… le low cost, vogliono il pagamento anticipato al momento della prenotazione, mentre con i pullman hai a che fare con società di noleggio ed è più semplice, credo.
Che dire, senzazioni indescrivibili anche per me che sono la sua mamma .
Ma dai che emozione! Mi è sembrato di essere lì con te ad ogni passo. Certo quel viaggio ti è rimasto dentro, il primo di una lunga serie. Perché come dici viaggiare è un nettare che dà dipendenza!
Esattamente, è stato il primissimo di tanti <3
Il mio primo viaggio all’estero sola: 24 ore di pullman per la Germania.
Come abbiamo fatto a sopravvivere a viaggi così???
francamente, lo ignoro!
Ma è così terribile la cucina danese? Forse da ragazzini non si apprezzano altri sapori e modi di cucinare 🙂
Io non mangiai per una settimana… ma avevo 17 anni! XD ora apprezzerei di più, anche se non credo abbiano una tradizione culinaria particolarmente invitante