Superga non è una marca di sneakers! O meglio, non solo. È una collina sopra Torino.
Anzi, la più alta tra le colline che circondano il capoluogo piemontese, con i suoi 672 metri di altezza. Ospita una spettacolare basilica, ma, non appena la si nomina, quello che viene in mente tutti è “La Tragedia di Superga”. Con la T maiuscola.
Indice
Superga: come ci si arriva
Se non si hanno mezzi propri, a Superga si può arrivare in una maniera fighissima: con una cremagliera a dentiera degli inizi del ‘900. Da Torino prendete un mezzo che vi lasci alla fermata “Sassi”. Io ho preso il tram numero15.
Da lì pochi passi per andare alla stazione della cremagliera. Ogni mezz’ora una carrozza dei primi anni del secolo scorso vi farà percorrere, in 20 minuti circa, la distanza fino alla cima di Superga. Il biglietto intero costa 9 euro (andata e ritorno).
Preparatevi, la cremagliera va lentissima, ma è parte della bellezza del viaggio. Avrete tutto il tempo di godervi la salita e i panorami.
La cremagliera Sassi – Superga: viaggiare con lentezza!
Una volta arrivati, fate un altro piccolo sforzo. Una piccola salita a piedi vi porterà infatti alla basilica. Ne vale la pena, vedrete un panorama mozzafiato.
La basilica è molto scenografica, ma di modesto valore storico / artistico. L’impatto emotivo lo si ha girandole attorno. Sul retro infatti c’è una enorme targa dedicata al Grande Torino, meta di pellegrinaggio di tutti gli amanti del calcio.
Ma cosa successe esattamente il 4 maggio 1949?
La Tragedia di Superga
Prendete una squadra di club che ha vinto tutto, i cui membri occupano 10/11 dei posti da titolari nella nazionale italiana. Questo era il Grande Torino.
Il mattino del 4 maggio del 1949 la squadra, i dirigenti e tre giornalisti, partono da Lisbona dove la squadra ha giocato un’amichevole con il Benfica, per commemorare l’addio al calcio del capitano della squadra portoghese, Francisco Ferreira.
Fanno scalo a Barcellona, dove pranzano insieme alla squadra del Milan, che sta volando invece verso Madrid. Ripartono quindi alla volta di Torino: dalla torre di controllo avvertono il Comandante del pessimo tempo che troveranno all’arrivo.
Pioggia, forti raffiche di vento e nebbia. Visibilità ridotta a 40 metri. Siamo nel 1949, si vola praticamente a vista, con l’aiuto da terra per continui controlli della rotta. L’ultima comunicazione del comandante parla di un’altezza di 2000 metri e di una virata che li avrebbe allineati per la discesa con la pista di atterraggio.
L’aereo del Grande Torino si schianta invece contro il terrapieno della basilica.
Una prima ricostruzione parlerà di una fortissima raffica di vento che avrebbe spostato l’aereo durante la virata. Recenti indagini invece parlano di un blocco dell’altimetro. Il Comandante credeva di trovarsi a 2000 metri. Era invece solo a 600.
Nell’impatto moriranno tutte le 31 persone che si trovavano a bordo. Tutti i giocatori, i dirigenti che li accompagnavano, i membri dell’equipaggio, i giornalisti.
Il riconoscimento dei cadaveri fu fatto dall’ex C.T. della Nazionale Vittorio Pozzo. Era stato lui infatti a portare quasi tutti i giocatori granata a giocare nell’Italia.
L’impatto emotivo sul paese fu enorme. Il Torino fu dichiarato vincitore del Campionato di calcio e le quattro partite rimaste furono giocate dalla Primavera. Anche le altre squadre giocarono quello che rimaneva del campionato con le rispettive giovanili.
Per farvi capire il livello di sconvolgimento che l’incidente aereo creò in Italia, per i Mondiali in Brasile che si tennero l’anno successivo, la Nazionale italiana si trasferì in nave. Ci vollero ben 3 settimane.
Da quel giorno il 4 maggio è stato dichiarato dalla FIFA Giornata Mondiale del Calcio. E da quel momento i giocatori del Grande Torino furono soprannominati gli “Invincibili”.
Solo la morte li sconfisse.
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P.S. Mi scuso per la qualità delle foto in questo post, ma la mia Nikon ha avuto… un incidente, chiamiamolo così.
Questo post è stato scritto da:

Francesca
La capa, dalla cui mente è nato Chicks and Trips. Senese di nascita, europea per vocazione, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e poi l'ha appesa al chiodo sopra la televisione, tanto le stampe come complemento d'arredo vanno di moda. Passa il suo tempo a scrivere atti più o meno pubblici, fare foto e pettinare gatti. Se dovesse andare a Hong Kong, sceglierebbe un volo con scalo a Londra e un tempo di attesa di un paio di giorni, pur di farsi un giro nella città della Regina. Sogna di vincere alla lotteria e passare il resto della vita in un appartamento con camino a Mayfair. Autrice de "I Cassiopei (biografie non autorizzate)" e "Storia di Biagio".
Ciao carissima complimenti per l’articolo. Il colle di Superga non è il più alto ma il Colle della Maddalena https://it.m.wikipedia.org/wiki/Colle_della_Maddalena_%28Torino%29?wprov=sfla1
Grazie per aver scritto sul Grande Torino
Grazie per la precisazione!
Quanto mi piacerebbe provare la cremagliera. Ma dubito di poter salire con la sedia a rotelle. Mi informerò.
Guarda, informati, perchè sinceramente mi pareva che l’accesso disabili ci fosse in una carrozza (sono due).
Fra, da brava sabauda permettimi una puntualizzazione. Non ti offendere, nè… Tu giustamente hai focalizzato il pezzo sulla cremagliera e sul Grande Torino (ogni anno, il 4 maggio il ricordo di tutti si volge lassù verso la collina), ma la Basilica di Superga per i piemontesi non ha un valore storico/artistico “modesto”, tutt’altro…
Dal punto di vista storico, la Basilica è il frutto di un voto fatto da Vittorio Amedeo II di Savoia durante l’assedio francese di Torino del 1706, per ringraziare la Madonna di aver contribuito a salvare la città dall’occupazione straniera. Il duca e suo cugino Eugenio osservavano infatti la scena della battaglia dall’alto della collina, e il voto venne pronunciato proprio nel punto dove venne edificata la basilica, dove all’epoca sorgeva solo una chiesupola.
E dal punto di vista artistico la realizzazione venne affidata a Filippo Juvarra, forse uno fra gli architetti più geniali ed innovativi del Settecento non sono in Italia, ma anche in tutta Europa.
Un altro elemento di interesse storico risiede poi nel fatto che la cripta della Basilica ospita le Tombe Reali dei Savoia prima che divenissero re d’Italia (fra cui ad es. la tomba di Carlo Alberto, il re del celebre Statuto Albertino).
Niente offese, le puntualizzazioni sono sempre ben venute 😉
Complimenti, essendo tifoso del Torino quando leggo qualcosa su Superga mi vengono sempre i lacrimoni. Ti faccio solo un paio di appunti per dovere di cronaca e per dare più l’immagine di quanto grande e sfortuna è stata questa squadra e nel futuro questi colori. L’amichevole col Benfica non fu giocata per l’addio al calcio di Ferreira, ma perché Ferreira non passava un buon periodo economicamente e i dirigenti del Benfica gli dissero che l’incasso di quella partita sarebbe andato a lui, così capitan Valentino decise di fare questo favore al portoghese e portò il Grande Torino a Lisbona. Il comandante dell’aereo che si schiantò sulla basilica si chiamava Luigi Meroni… La sorte giocò un altro brutto scherzo al Torino portandosi via in un incidente stradale nel 1967, la Farfalla Granata Gigi Meroni.
Come scrisse Montanelli: Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto “in trasferta”.
Scusa la lungaggine, complimenti ancora!
Ciao!
Nessuna lungaggine, anzi, scusa se non sono stata precisa 😉 e grazie di aver letto l’articolo. Anche io mi commuovo sempre quantdo leggo questa storia…