*** post ad alto contenuto fotografico – siete avvisati ***
E’ chiaro che un vero viaggiatore non possa assolutamente snobbare l’evento italiano dell’anno: Expo Milano 2015, l’esposizione universale con tema Feeding the Planet – Energy for Life. Sfamare il Pianeta, Energia per la Vita.
Decido di far passare l’euforia iniziale e il caldo estivo, sperando che per i primi di ottobre, quando l’esposizione starà oramai per chiudere, almeno qualche padiglione sia finito.
Come sanno quelli che ci seguono sui social network, decido di andare sabato scorso, il 19 settembre; dalla Toscana, in auto (rigorosamente green), partiamo in gruppo ben prima dell’alba per essere in prima fila all’apertura.
Parcheggiamo lontano, ma ci sono decine di navette gratuite che portano direttamente al sito; aspettiamo pochissimo, l’organizzazione è impeccabile.
Arrivati a Rho Fiere, avendo già i biglietti acquistati in precedenza (in modo da risparmiare anche parecchio), passiamo i metal detector e… via!
Siamo ad Expo!!!
L’atmosfera è elettrizzante, centinaia di persone che camminano verso Il Decumano, la via principale – una rapida occhiata alla cartina e vedo che ci sono tantissimi bagni a disposizione (ne ho provati diversi lungo tutta la giornata, se ne trovano sempre liberi, anche discretamente puliti considerando le centinaia di migliaia di persone che ne usufruiscono – altro punto per l’organizzazione).
Eccoci all’inizio del Decumano! C’è sole, c’è gente, vedo il Padiglione dell’Oman e impazzisco, voglio entrare dappertutto!
Calma calma, procediamo con ordine, cerchiamo di vedere i padiglioni più belli e poi gli altri… tutti parlano di questo Giappone, andiamo subito lì, tra l’altro vicino all’entrata.
Davanti al padiglione nipponico una nipponicissima signorina ci avverte che per entrare la fila è di sette ore… ripeto, sette ore. Come se non bastasse, hanno messo pure il cartello.
E’ chiaro: nel padiglione giapponese regalano soldi, altrimenti non si spiega.
Proseguiamo e andiamo alla ricerca di Orgoglio Italia, il padiglione dell’Amata Patria. Anche qui una coda infinita… la gentilissima volontaria ci conferma che sono tre ore e mezzo. Sbigottiti decidiamo di aspettare, chiaramente non possono essere tre ore e mezzo…
Siamo fiduciosi!
In effetti, la stima era pessimistica, dopo sole due ore e spicci entriamo nel Padiglione Italia e iniziamo la visita.
Sala di specchi, molto spettacolare, riproduce gigantografie di bellezze artistiche tutte italiane… la Venere del Botticelli, le Maioliche Siciliane… tutto molto bello, ma io voglio il cibo che sfama il pianeta.
Ancora avanti c’è “Percorso al buio”, a cura dell’associazione ciechi milanese… mi piacerebbe, ma l’attesa di 45 minuti mi scoraggia; la mattinata è andata via in coda e decidiamo di saltare. Nell’altra sala una serie di video regionali spiega i prodotti tipici, ma la folla è pressante, spinte, bimbi urlanti e gente che si muove disordinatamente…. Insomma, non si capisce niente.
Decidiamo di passare oltre, il clou del padiglione deve essere più avanti, questa sarà l’introduzione!
Un’altra stanza: piante che formano l’amato stivale. Carino, ma non ci si avvicina neanche. Ecco che ci sono delle scale: adesso arriva il bello, sono sicura.
Infatti: siamo per strada, nel Decumano. Il Padiglione Italia è finito, il cibo non pervenuto, un tristissimo shop ci accompagna fuori. Davvero non ho parole, quasi tre ore di attesa per cosa?
Pollice verso! Delusione totale! Nel corso della giornata riusciamo a visitare pochi altri padiglioni, i più belli riusciamo a farli quando si avvicina l’ora di chiusura anche se c’è da notare che alcuni (Emirati Arabi in testa) chiudono molto prima dell’orario previsto (tipo alle 8), perché, ci spiega una signorina, ogni padiglione sceglie per conto proprio quando chiudere.
Stai scherzando, vero? E il mio biglietto?
Lascio stare, ci sono altri padiglioni che invece stanno aperti ben oltre le nove… tipo la meravigliosa Turchia in cui riusciamo anche a bere il famigerato caffè turco (che ci aiuterà molto nella strada di ritorno), l’originalissimo Regno Unito che ci fa diventare tutti delle api (e il cui padiglione è bellissimo, soprattutto di notte), la sorprendente Malaysia che ci accompagna nelle sue foreste pluviali, il Vietnam, la Moldova (un po’ povera a dire la verità), la Bielorussia, la Lituania e gli altri.
Non riusciamo a vedere la Germania, a detta di molti interessantissima, né il Kazakistan (c’è ancora la coda!!!), né la Francia (già chiusa).
Parecchi padiglioni di cibo non parlano proprio e questo l’ho trovato davvero deludente; alcuni (tipo il Vietnam) hanno solo un tristissimo mercatino di collanine al primo piano e poi il ristorante al piano terra.
Quelli più in tema, secondo me, sono i Cluster – gruppi di paesi che si sono messi insieme per parlare di un prodotto specifico di cui sono produttori: bello il cluster del cacao, bellissimo quello del riso e molto interessante quello dei legumi, nel quale azzardo questa ottima bustina di piselli fritti (Bangladesh). Devono essere buoni, mi dico, li vendono insieme alle arachidi, tipo stuzzichini.
Ne prendo un manciato e li butto giù.
Buonissimi, davvero… prima che mi brucino tutte le papille gustative e mi riducano le labbra del 70%! Guardo gli ingredienti… ci sono tutte le spezie più piccanti.
Tutte.
Pepe, sale, curry, curcuma, cannella… tutto quello che vi viene in mente di piccante, lì c’è.
Secondo me, insieme al Padiglione Zero, i cluster sono quelli più in tema.
Ovviamente, visto che sono una molto internazionale, ceno con una piadina che costa come un braccialetto d’oro e come contorno delle ottime patatine fritte belga, le più buone del mondo, senza scherzi!
Mentre si fa tardi, riusciamo a vedere altri padiglioni, facendo slalom tra la folla che è aumentata grazie al biglietto serale.
Riusciamo anche a vedere lo spettacolo dell’Albero della Vita, bello e suggestivo.
Conclusione: vale la pena andare a Expo? Sì. Le architetture sono davvero sorprendenti e originali, una gioia per gli occhi. Dietro ognuna c’è una spiegazione, un ragionamento che rappresenta il Paese ospitato.
Cosa ho imparato sullo sfamare il pianeta? Praticamente niente, ma dipende sicuramente da me e dalle videospiegazioni che non si possono seguire in piedi con decine di persone che ti alitano sul collo e spingono per passare.
Forse dovevano essere usati altri mezzi, a mio parere.
Però non perdetevi Expo, siete ancora in tempo.
p.s. la domenica mattina scopro con poca meraviglia che sabato 19 settembre è stato il giorno con maggior affluenza di tutto l’evento, fino a quel momento.
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Siete stati ad Expo? Che ne pensate, siete rimasti delusi o vi ha entusiasmato?
Questo post è stato scritto da:

Francesca
La capa, dalla cui mente è nato Chicks and Trips. Senese di nascita, europea per vocazione, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e poi l'ha appesa al chiodo sopra la televisione, tanto le stampe come complemento d'arredo vanno di moda. Passa il suo tempo a scrivere atti più o meno pubblici, fare foto e pettinare gatti. Se dovesse andare a Hong Kong, sceglierebbe un volo con scalo a Londra e un tempo di attesa di un paio di giorni, pur di farsi un giro nella città della Regina. Sogna di vincere alla lotteria e passare il resto della vita in un appartamento con camino a Mayfair. Autrice de "I Cassiopei (biografie non autorizzate) e "Storia di Biagio".
Ciao zia sono Ginevra ho letto Visitare expo nel giorno dei record e mi è piaciuto moltissimo l’albero della vita e anche thaliandia ed è molto affascinante ciao ha presto
Ciao Gine, mi fa piacere che ti sia piaciuto il mio articolo, torna presto a trovarmi qui eh! ;-D
leggendo il tuo racconto mi sembra di esserci stata ….complimenti ..anche per le foto —
Mamma mia che pessimismo!!!
Non serve fare cose grandiose per restare affascinati da qualcosa.
Immagino che nel futuro, l’EXPO a Dubai sarà qualcosa di EXTRA MONDO!!!!!
Mentre camminavo lungo il Decumano ho pensato al lavoro massacrante che hanno dovuto sostenere i tanti operai, giorno e notte, notte e giorno; all’entusiasmo di tutte le maestranze quando hanno visto la loro opera terminata, all’orgoglio italiano che esulta di fronte al mondo intero che aspettava solo di dirci” avete visto italiani? il solito flop…..all’italiana”. VEDO UN BICCHIERE MEZZO PIENO, SCUSATEMI!
Secondo me dovrebbe esserci l’ingresso libero o al limite 5 euro e mettere a pagamento l’ingresso, se uno vuole, ai padiglioni. I padiglioni all’interno sono deludenti, alcuni sembrano piccole pro-loco, altri hanno dentro un mercatino di quelli che si trovano alle vecchie feste de l’unità nei posti più sperduti
Credo che il Tribunale Penale Internazionale dovrebbe annoverare 7 ore di fila tra i crimini contro l’umanità…
Secondo me la colpa è della gente che lo fa… a me non è neanche passato per la mente, figurati…
Ho vissuto un’esperienza simile (se non che ad EXPO ci sono andata a luglio, il mese più caldo del secolo, e quindi c’era molta meno gente).
Anche io ho saltato i padiglioni con coda (erano solo due o tre, però) e ho girato tutti gli altri.
Il mio parere? Architetture bellissime. Io poi sono un’anima semplice e mi bastano le luci e le musiche dell’albero della vita per gioire.
Però mi è sfuggito il senso di tutto questo, di cibo ce n’è veramente troppo poco per essere un’expo sul cibo e insomma… per fortuna che ci sono andata gratis.
NB mio marito, che non era venuto, dopo il racconto mio e della mia amica non ne ha più voluto sapere, nonostante gli abbia proposto la visita serale a 5 Euro motivando con: “è una ciofeca, ma abitiamo qui vicino ed è l’evento dell’anno, non puoi perdertelo”.
Mia conclusione: vale la pena andare ad EXPO? Solo se non avete di meglio da fare ed il biglietto ve lo regalano 😉
Non me lo dire, io mi sono alzata alle 5.30 e ho pagato il biglietto ;-D comunque sono contenta di vedere che la delusione non è stata solo mia, che ancora qualche spirito critico esiste XD
Scherzi a parte, la delusione più grande è stata che la maggior parte dei padiglioni erano… fuori tema!
La mia visita all’EXPO ricalca pari pari il bellissimo racconto di Francesca che ho appena letto sul vostro sito.
Stesse emozioni, stesse code, stessa conclusione.
Val la pena di vedere l’EXPO?
Mettendi sulla bilancia i pro e i contro…….SI’ SI’ SI’
Resterà un’esperienza che, comunque sia, mi ha dato qualcosa di unico!
Francesca Bastanzetti