I fotografi sono i viaggiatori per eccellenza. E sono anche coloro che attraverso le immagini riescono a trasportarci in altri luoghi e in altri tempi.
Sono un’avida lettrice e ultimamente, con l’avanzare dell’età, mi trovo a prediligere sempre di più le biografie o le autobiografie di persone che hanno, in qualche modo, inciso sulla storia dell’uomo.
I fotografi sono una tra le categorie di cui più mi piace leggere.
Romantici, avventurosi, scapestrati oppure con delle vite ordinarie. Attraverso la loro visione, sempre rigorosamente dietro le lenti, hanno reso immortali non solo quello che vedevano, ma anche loro stessi.
Indice
Biografia di Gerda Taro: La ragazza con la Leica di Helena Janeczek
A meno che non siate appassionati di storia della fotografia, dubito che abbiate mai sentito parlare di Garda Taro, nata Gerta Pohorylle a Stoccarda, nel 1910. Gerda è un’ebrea tedesca che ben presto capisce il vento che sta tirando nella sua nazione e si trasferisce con un’amica a Parigi.
Qui fa la fame per qualche tempo, fino a quando non conosce Endre Ernő Friedmann, ungherese squattrinato, anche lui a Parigi per cercar fortuna.
I due si innamorano follemente e Gerda inizia a seguire Endre mentre si fa strada in una professione fino ad allora sconosciuta: il fotografo.
Sarà grazie a lei a e una sua intuizione che Endre diventerà il grande Robert Capa, colui che inventerà il reportage di guerra.
Ma Gerda non si accontenta di vivere alle spalle di un uomo così, anche se pieno di talento.
Prende in mano la macchina fotografica e cerca di farsi strada per proprio conto, ma ben presto capisce che una donna, in quel lavoro, non è ben vista. Allora firma le sue foto col nome del compagno e inizia a vendere altrettanto bene.
È uno spirito inquieto Gerda, vuole vedere cosa sta succedendo in Spagna con i franchisti e, fervente comunista, si sposta nella penisola iberica e più in particolare a Brunete.
In questo piccolo villaggio vicino a Madrid, nel 1937, si sta combattendo una delle battaglie più feroci della guerra civile spagnola.
Gerda è lì, con i suoi compagni comunisti a documentare e fotografare la battaglia, quando viene coinvolta in un incidente con un carro armato. Morirà il mattino seguente, dopo un’agonia straziante. Robert Capa, rientrato a Parigi per consegnare delle fotografie, apprenderà della morte solo due giorni dopo.
Al suo funerale a Parigi, parteciperà oltre un milione di persone e sarà sepolta al Pére Lachaise, il cimitero delle grandi personalità.
Di Gerda Taro si è persa la memoria, nascosta dietro quella del suo ben più ingombrante compagno.
Ma se la sua vita vi affascina, ci sono tante biografie che potete leggere, oltre a questa che ha vinto il premio Strega. Io vi consiglio anche Gerda Taro: Inventing Robert Capa di Jane Rogoyska
Leggi anche: Libri sul viaggio della Vita
Robert Capa: Leggermente fuori fuoco
In questo caso ci troviamo di fronte a un’autobiografia molto particolare. Fotografa un breve periodo della vita di Capa, quello che lo ha reso famoso e immortale agli occhi del mondo.
In questo libro Capa dimostra, oltre a essere un fotografo eccezionale, anche di essere uno scrittore affascinante e divertentissimo. L’ironia, o meglio, l’autoironia con cui descrive la sua vita e le situazioni in cui si trova, vi conquisteranno fin dall’inizio.
Solo il titolo vi dà la misura del personaggio che fosse.
Roberta Capa sbarcò con i soldati americani a Omaha Beach, nella prima ondata dell’operazione Overloard, quella dello sbarco in Normandia, il 6 giugno 1944. In questo diario/autobiografia racconta che si trovò davanti a un muro di proiettili, con uomini che cadevano morti accanto, davanti e dietro di lui a lui. Si nasconde per circa due ore, ancora in acqua, dietro un detrito fluttuante e scatta fotografie a caso, terrorizzato. Si muoverà di lì solo quando un mezzo anfibio medico lo caricherà insieme ai feriti.
Capa invia immediatamente tutti i rullini scattati in due ore di permanenza a Omaha Beach a Londra, in modo che possano uscire con il giornale del mattino successivo. A Londra, nei laboratori della rivista LIFE, i tecnici lavorano alacremente per sviluppare i rullini ma, nella fretta, scandano troppo gli ingranditori e bruciano, letteralmente, tutti i negativi. TUTTI, tranne 11. Le favolose 11 verranno chiamate. Foto mezze rovinate, dall’acqua e dal calore degli sviluppatori.
Leggi anche: Le spiagge dello sbarco in Normandia
I redattori di LIFE però non si fecero scoraggiare, pubblicarono il giorno seguente l’articolo sullo sbarco, incolpando la paura del fotografo se le foto erano “leggermente fuori fuoco”.
Capa saprà dell’incidente occorso alle sue foto solo molto tempo dopo, ma intanto annoterà divertito sul suo diario quel “leggermente fuori fuoco”, che darà il titolo al libro.
Robert Capa viaggerà per il mondo, sempre con Gerda Taro nel cuore, amerà attrici di Hollywood e troverà la morte in quella che allora era chiamata l’”Indocina”, saltando su una mina antiuomo mentre segue i soldati americani in Vietnam.
Se siete incuriositi da questa figura, vi consiglio anche Robert Capa in Italia, il libro dell’omonima mostra e Robert Capa: 6 giugno 1944 Normandia.
Sebastiao Salgado – Dalla mia terra alla Terra
Uno dei più grandi fotografi del nostro tempo, Sebastiao Salgado nasce in Brasile, in una fattoria nel bel mezzo della foresta amazzonica. L’amore per la fotografia e per il reportage di guerra, lo porterà a viaggiare in tutto il mondo, insieme alla moglie Lia.
Non si scorderà però di casa sua, una specie di paradiso in mezzo al polmone verde della Terra. Quando però tornerà a casa, scosso dagli orrori dell’ennesima guerra, Sebastiao troverà casa sua molto cambiata.
Il paradiso in cui era cresciuto, non c’è più. Tutto è arido, secco. Non ci sono animali, non ci sono alberi, non c’è più niente.
Senza perdersi d’animo fonda un’associazione che lo aiuti a piantare alberi, rendendo ancora una volta fertile la sua terra. I primi anni saranno duri, ma in 15 anni riuscirà a piantare ben 2 milioni di alberi.
La storia di Salgado è quella di un uomo straordinario, che non si lascia abbattere né dalla guerra, né dalla malattia. Con l’amore, riuscirà a fare tutto quello che vuole.
Nella sua autobiografia tralascia molte delle mirabili azioni di cui si è reso attore, ma basta cercare un po’ on line per capire che di uomini come questo, ne nascono troppo pochi.
Fatevi un regalo e comprate anche Genesi, un libro da divano (definizione di Tegamini), da sfogliare nelle fredde serate invernali, per riempirvi gli occhi di bellezza.
Vivian Meier: Dai tuoi occhi solamente di Francesca Diotallevi
Vivian Meier non saprà mai di essere diventata una delle fotografe più famose del secolo scorso.
Fa la bambinaia a New York e nel tempo libero, con la Rolliflex al collo, se ne va in giro per la Grande Mela di inizio secolo, a scattare fotografie al suo riflesso nelle vetrine.
La sua è una vita di cui conosciamo pochissimo, semplicemente perché nessuno la conosceva fino a che non sono stati trovati in un attico, centinaia di rullini da sviluppare.
Da qui, da quelle foto ingenue e geniali, nascerà la sua leggenda.
Francesca Diotallevi fa uno sforzo di fantasia e dipinge una donna acuta e difficile, che a volte si ama e a volte si compatisce.
La mia passione per le vite dei fotografi ha avuto inizio da qui.
Mario Calabresi: A occhi aperti
Ho iniziato ad appassionarmi alle vite dei fotografi con questo libro di Mario Calabresi.
Il giornalista intervista alcuni dei più famosi e interessanti fotografi di oggi (tra cui anche Salgado, Steve McCurry ed Elliott Erwitt) e incuriosisce con aneddoti che riguardano non solo le loro vite, ma anche le loro fotografie, partendo da quelle più iconiche (come i cani saltanti di Erwitt).
È un punto da cui partire per capire chi vi incuriosisce e chi no e se vi interessa l’argomento.
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Questo post è stato scritto da:

Francesca
La capa, dalla cui mente è nato Chicks and Trips. Senese di nascita, europea per vocazione, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e poi l'ha appesa al chiodo sopra la televisione, tanto le stampe come complemento d'arredo vanno di moda. Passa il suo tempo a scrivere atti più o meno pubblici, fare foto e pettinare gatti. Se dovesse andare a Hong Kong, sceglierebbe un volo con scalo a Londra e un tempo di attesa di un paio di giorni, pur di farsi un giro nella città della Regina. Sogna di vincere alla lotteria e passare il resto della vita in un appartamento con camino a Mayfair. Autrice de "I Cassiopei (biografie non autorizzate)" e "Storia di Biagio".
Ti devo davvero ringraziare perché pur essendo un’appassionata, anche se non l’ho ancora mai studiata, di fotografia, non ne conosco la storia. Conosco un po’ i grandi fotografi del passato, ma non ho mai approfondito. Della Maier ho visto però la mostra a Bologna un paio d’anni fa. Mi è piaciuto molto leggere questo post!
Mi fa piacere!
Molto interessanti i libri che hai consigliato! Possono essere una buona compagnia per questo periodo di quarantena anche per farci viaggiare con la mente.
Esatto!
Da appassionata di fotografia, sono corsa subito a leggere questo post: non amo molto biografie e autobiografie, ma mi hai messo la pulce nell’orecchio e ne cerchero’ qualcuna sui miei fotografi preferiti.
Fammi sapere se ne trovi di interessanti
Molto interessante questo post, me li segno tutti! In realtà ” La ragazza con la Leica” è da un po’ nella mia wishlist ma devo ancora prenderlo. Mi ispira anche quello su Vivian Meier, conosco la fotografa solo di nome e mi piacerebbe approfondire la sua biografia!
è interessante, la sua vita è stata davvero strana
Dici che è una questione di età? Perché anche io ultimamente ho iniziato ad appassionarmi di biografie! Ho letto La ragazza con la Leica e mi è piaciuto tantissimo perché conoscevo la storia di Gerda Taro ma in maniera molto superficiale. Mi segno anche l’autobiografia di Robert Capa. Ho letto anche Dai tuoi occhi solamente ma prima di leggere il libro non conoscevo affatto Vivian Maier.
Leggere autobiografie o biografie dei grandi personaggi è sempre illuminante. E la tua idea di racchiudere in questo articolo quelle dei fotografi, con le loro vite impavide e un po’ folli, è favolosa 🙂
Mi sono appassionata ad ognuno di loro, che storie epiche! Pur essendo sia io che il mio compagno (di vita e di viaggi) appassionati di fotografia, nonché lui fotografo di professione, non abbiamo – errore! – mai letto biografie di questo genere. Cosa che invece mi appunto di fare a breve!
Baci!
Fammi sapere poi!
Mentre Robert Capa è una figura abbastanza famosa, non conoscevo Gerda Taro. Il tuo articolo mi ha davvero appassionata, non avevo mai pensato di leggere delle autobiografie dei fotografi, sicuramente come li hai narrati tu poi, sono ancora più interessanti.
Grazie!
Quanti spunti, grazie!! Il mio primo corso universitario fu un monografico su Capa, ero talmente immatura che non compresi nemmeno subito perché fosse così importante… my gosh 😀 Poi però ricordo di aver pianto quando la prof fece girare in classe alcuni scatti particolarmente significativi. Ora voglio leggere Leggermente fuori fuoco, su tutti!!
Ti piacerà tantissimo, è super ironico!
Io devo ammettere che di fotografia ne capisco davvero poco e in effetti non conoscevo nessuno di loro. Per assurdo mi ha colpito moltissimo Vivian. Faceva una cosa apparentemente semplice, fotografare il suo riflesso nelle vetrine. Eppure il modo in cui l’ahi descritta mi ha messo malinconia e curiosita’ al tempo stesso!
La prima selfie-sta della storia!
Anche io ho letto A occhi aperti che è ancora oggi uno dei miei libri preferiti. Da ragazzina sognavo di fare la fotografa ispirata dalle vite di tutti i fotografi che citi! Grazie per i suggerimenti di lettura, li metto nella mia wish list
Fammi sapere poi!
Bellissimo il tuo post! Ho scoperto tante cose sulle vite idi fotografi che conoscevo solo per nome. Mi ha commosso tantissimo la “ragazza con la Leika” una grandissima donna coraggiosa e innamorata. Anche di Capa non conoscevo l’avventura ma ho visto tante volte le sue foto leggermente fuori fuoco!
Allora leggi la sua autobiografia, ti conquisterà!
Da golosa lettrice non ho mai letto biografie ma amo le personalità forti, soprattutto quelle femminili perché di solito faticano il doppio per essere forti. Mi hai fatto scoprire 2 donne che sicuramente andrò ad approfondire!
Ottimo!
Ammetto che di biografie ne ho lette pochissime e solitamente di personaggi storici Reali. Leggendo le tue recensioni però le storie delle due fotografe sono quelle che mi hanno colpita di più e le metterò in lista.
Fammi sapere 😉
Non ho mai letto nulla di tutto ciò, ma mi ispirano tantissimo!!
A me piacciono molto le biografie dei fotografi, così come i libri che parlando di loro. Mi viene in mente Cacucci son le sue parole su Tina Modotti.
Conoscevo la storia della fotografa ‘Inconsapevole’. È una gran bella storia. Una storia che oggi non avrebbe potuto essere. O forse sì. 10000 foto nascoste e mai pubblicate trovate nella memoria di un iPhone appartenuto a una donna che non c’e più. Ti immagini?