In questo post vi parleremo di cosa vedere a Brescia e dintorni.
Un impegno di lavoro a Brescia mi ha infatti permesso di conoscere questa città e di visitare ben due siti patrimonio dell’UNESCO.
Brescia è una città ricca di storia e di posti da vedere.
Con le sue bellezze culturali, gastronomiche e naturali, è una destinazione che vale assolutamente la pena visitare, anche se ancora non è conosciuta come città turistica vera e propria.
Qui di seguito vi illustriamo alcune delle principali attrazioni da non perdere durante una visita a Brescia, con particolare attenzione ai due siti che hanno avuto la protezione dell’UNESCO: il Capitulum e il Museo di Santa Giulia.
Indice
Capitolium
In età romana Brixia era una importante città dell’Italia settentrionale, posta lungo la via gallica.
Centro della città romana era il foro, su cui si affacciavano alcuni dei più importanti edifici pubblici: il tempio capitolino a nord e la basilica a sud. Poco distante si ergeva il teatro romano.
Il Capitolium era così denominato poiché era il tempio dedicato alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva).
Il Capitolium bresciano è stato eretto dall’imperatore Vespasiano nel 73 d.C.
L’area archeologica è stata messa in luce per la prima volta da scavi effettuati tra il 1823 e il 1826 dall’Ateneo di Scienze Lettere e Arti, sotto la direzione di Luigi Basiletti.
Durante questi scavi, misero in luce i pavimenti originali delle celle del tempio e i resti del colonnato antistante.
Furono ritrovati anche i bronzi oggi in mostra al Museo di Santa Giulia, compresa la pregevole statua della Vittoria Alata.
Poco più di un secolo dopo i primi scavi, nel 1939-1943, si mise in atto la ricostruzione di una parte del colonnato, distinguendo le parti originali in pietra di Botticino da quelle ricostruite in laterizi.
Museo di Santa Giulia
Santa Giulia è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’Unesco per il suo ruolo fondamentale di ricostruzione del dominio dei Longobardi in Italia.
Il Museo della Città è ospitato nel monastero benedettino femminile fondato in età longobarda dal re Desiderio.
Può essere considerato il fulcro della storia bresciana, grazie sia alla particolarità del luogo che lo ospita sia all’eccezionale qualità e quantità di reperti presenti.
La cappella circolare di Santa Maria in Solario, facente parte del complesso museale, ospita la teca contenente la Croce di re Desiderio.
La Croce lascia senza parole.
Di fattura longobarda, risale alla fine dell’VIII secolo.
Per la sua costruzione sono stati utilizzati preziosi cammei, pietre dure e paste vitree.
Sul rivestimento di lamine metalliche sono incastonate ben 212 gemme.
La cupola dell’aula superiore mostra un meraviglioso cielo stellato e Dio Padre al centro.
Invano ho tentato di fotografarla. La sua bellezza può essere apprezzata solo dal vivo.
L’area espositiva del Museo di Santa Giulia
Il museo offre circa 12.000 opere e reperti riguardanti 3000 anni di storia, in un’area espositiva di 14.000 mq.
Decisamente notevole. Soprattutto se si considera che la visita avviene in luoghi che sono essi stessi parte del patrimonio della città.
Si visitano la chiesa di San Salvatore (di età longobarda), l’oratorio romanico di Santa Maria in Solario, il coro delle monache, la chiesa di Santa Giulia e i chiostri rinascimentali.
All’interno dell’area è inoltre possibile apprezzare il sito archeologico delle Domus dell’Ortaglia, resti di case romane rinvenuti nella zona che nel medioevo ospitava i giardini del monastero.
Particolare rilievo ha la Vittoria Alata. La statua di età romana è infatti divenuta ormai uno dei simboli della città di Brescia.
Cattedrale di Santa Maria Assunta
la Cattedrale di Santa Maria Assunta, uno dei più importanti esempi di architettura gotica nord italiana.
La cattedrale, costruita fra il 1127 e il 1187, è una combinazione di stili architettonici che include elementi romani, gotici e rinascimentali. Si trova nel cuore della città e domina il paesaggio circostante.
Castello di Brescia
Altra tappa imperdibile è il Castello di Brescia, una fortezza risalente al XII secolo situata su una collina a sud-ovest della città.
Il castello è stato costruito per proteggere la città dalle invasioni straniere e oggi ospita il Museo di Arte Militare, che espone armi, armature e altri documenti storici.
Ville patrizie
Un’altra grande attrazione di Brescia sono le sue ville patrizie.
Una di queste è Villa Mella, un complesso di edifici del XVIII secolo che è stato recentemente restaurato e trasformato in una splendida tenuta. La villa è circondata da un grande parco, che è un luogo ideale per passeggiate e picnic.
Curiosità su Brescia: gli asinelli di Santa Lucia
Il 13 dicembre mi sono ritrovata a camminare con mio marito ed un amico sulle rive delLago d’Iseo, in provincia di Brescia. Da una nebbia inquietante è emerso uno scintillante mercatino di Natale. Tra i tanti chioschi, la mia attenzione è stata catturata da un piccolo recinto con all’interno una mamma asina con il suo piccolo, il pelo arruffato e bagnato dall’umidità.
Ho un debole per gli asini, quindi mi sono soffermata a guardarli. Ho notato un piccolo carretto con dei pacchetti all’interno del recinto. Mi è venuto spontaneo dire “Mi sa che non hanno trovato le renne…“. Il nostro amico, bresciano doc, mi ha guardata con incredulità “Ma scherzi? Qui non c’entra nulla Babbo Natale, questi sono gli asini di Santa Lucia!“
Purtroppo essendo romana non capivo proprio a cosa si riferisse e lui è stato così gentile da raccontarmi la storia completa.
A Brescia e nei dintorni (ma anche in altre città del nord Italia a quanto ho capito) Santa Lucia viene attesa dai bambini a cui porta i doni che desiderano. Corre voce che di solito sia anche più generosa di Babbo Natale.
È anziana e non vede bene.
Passa nelle case la notte tra il 12 e il 13 dicembre, su un carretto trainato da un asino e fa risuonare un campanello d’argento per annunciare il suo arrivo.
I bambini nelle settimane precedenti possono scriverle una lettera per chiedere ciò che desiderano, oppure riferire le loro richieste ai genitori, perché i grandi possono parlare con la Santa. È importante però che i bimbi non si attendano tutti i doni richiesti, perché devono ricordare che Santa Lucia pensa anche ai bambini poveri e quindi non può accontentare le richieste di tutti.
Se gli adulti la possono vedere, così non è per i piccoli. Santa Lucia non vuole essere vista da loro e se li trova alzati getta loro la cenere negli occhi e li acceca. I bambini perciò devono preparare un po’ di fieno per l’asino e un bicchiere di latte per Santa Lucia e poi correre a letto.
L’unico modo per garantirsi i doni, infatti, è essere buoni ed ubbidienti. Se si comportano male, rischieranno di trovare solo carbone ad attenderli al risveglio.
Cosa vedere nei dintorni di Brescia
Brescia è una città meravigliosa che offre una vasta scelta di attrazioni turistiche, ma se avete voglia anche di spostarvi, nei dintorni di Brescia si trovano alcuni dei più bei luoghi d’Italia, come il Lago di Garda, il Monte Baldo, ma anche perle nascoste come quelle di cui vi parlo adesso.
Orto Botanico di Ome
Nel cuore della Franciacorta, nota ai più per i suoi vigneti ed il suo nettare con le bollicine, si nasconde un piccolo gioiello naturale che vale decisamente la pena di essere visitato: l’Orto Botanico delle Conifere, nel comune di Ome.
Ai confini della contrada Valle, a nord del paese, percorrendo un non lunghissimo sentiero sterrato ben conservato a lato del torrente Gandovere, si giunge nella località Pradizì del Paradis, dove dal 1996 esiste il Parco delle Conifere coltivate.
All’interno del giardino si trovano diverse specie di alberi (nella maggior parte appartenenti ad una delle sette famiglie di conifere).
Ci sono numerosi cartelli descrittivi che spiegano la provenienza della specie, i tempi di fioritura e le caratteristiche fisiche.
C’è poi la sezione, recentissima, dedicata ai giardini americani, con arbusti e fusti originari degli Stati Uniti, con un laghetto con ninfee al centro del percorso.
L’area attorno è ben servita, con panchine lungo il sentiero di accesso ed una zona pic-nic con tavolate e panche a disposizione dei visitatori.
Prima di giungere al Parco si possono anche visitare i resti di un antico mulino e la borgata con la Torre di Ertina, entrambi di epoca medievale.
Quando ci sono ritornata nei giorni scorsi la mia sensazione iniziale, quella di essere stata trasportata in un altro mondo, è stata confermata in pieno.
Il silenzio ti avvolge completamente, il verde delle foglie ti circonda quasi abbracciandoti e il sole scalda la pelle facendosi largo tra gli aghi dei pini.
L’ Orto Botanico di Ome è il luogo ideale per rilassarsi, riposarsi, leggere, pensare, riflettere.
Entrare in contatto con la terra, in questo piccolo Paradis, e sentirsi un tutt’uno con la natura, è realmente possibile.
Info utili
L’ingresso all’ Orto Botanico di Ome è completamente gratuito ed accessibile 365 all’anno ed è dotato di un comodo parcheggio al centro della contrada Valle.
Se tra un bicchiere di spumante ed assaggio del famoso spiedo bresciano volete trascorrere un pomeriggio al fresco a contatto con la natura, ricordatevi che il Paradiso è più vicino di quanto possiate immaginare.
Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino
Verso la metà dell’800, la SIT (Società Italiana Torbiere) di Torino iniziò qui i propri lavori di scavo, ritenendo questa zona a sud del lago molto ricca di torba. La torba è un materiale che, una volta essicato, può essere usato come combustibile.
Sfruttato al massimo il territorio, e diventata la torba un materiale non più così redditizio, attorno al 1960 la SIT abbandonò i cantieri.
Gli scavi rimasero praticamente a cielo aperto e, col tempo, si riempirono d’acqua piovana, crebbe della vegetazione spontanea. Addiruttura alcuni uccelli migratori li scelsero come punto di sosta durante i loro viaggi.
Da qui nacque l’idea di salvaguardare questo angolo naturale e crearne una Riserva.
Visita alle Torbiere del Sebino
È il luogo ideale per gli amanti della fotografia, come la sottoscritta, per via delle luci, dei riflessi, dei giochi di vedo non vedo attraverso le frasche.
Ogni scorcio vale qualche scatto, ogni angolo vale la pena di essere immortalato, ogni particolare è degno di essere impresso sulla pellicola.
È il luogo ideale anche per gli amanti degli animali.
Si possono trovare moltissime specie diverse tra loro, dai conigli nani americani – completamente liberi all’interno del parco, e talmente abituati alle persone da lasciarsi avvicinare indisturbati – ai cigni bianchi reali, che si lasciano osservare in tutta la loro maestosità dalle sponde dell’acqua.
Dagli aironi rossi alle gallinelle d’acqua, che si intravedono a volte nascoste dietro qualche arbusto.
Per non parlare di alcuni piccoli rapaci, come il nibbio ed il falco di palude, più rari da avvistare ma comunque presenti all’interno del parco con i loro nidi.
Senza contare la fauna ittica presente nelle acque: persici, lucci, anguille, carpe e pesci gatto.
Attività da fare nelle Torbiere
La Riserva delle Torbiere del Sebino è il luogo ideale per chi ama lo sport a contatto con la natura.
Seguendo alcuni dei percorsi segnalati, si possono percorrere diversi chilometri (il giro completo ad anello è di quasi 5 kilometri).
Alcune associazioni si occupano della gestione della Riserva.
Organizzano durante l’anno visite guidate con specifici argomenti diversi ogni volta.
Ci sono uscite fotografiche, laboratori per le scuole elementari e medie, incontri sulla storia delle torbiere ed eventi creati apposta per far conoscere il parco.
Io ci sono stata in diverse occasioni.
Ho partecipato partecipando a un’uscita fotografica, in cui veniva posta attenzione su alcuni uccelli migratori, e per una passeggiata solitaria.
Durante le visite si possono spesso incrociare famiglie in gita, appassionati di birdwatching (sono presenti anche un paio di torrette d’avvistamento completamente mimetizzate dalla flora), fotografi con obiettivi tali da riprendere qualsiasi movimento alare, semplici amanti della natura seduti all’ombra di qualche panchina intenti a leggere, rilassarsi, meditare.
Info utili
La Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino è visitabile tutto l’anno.
Il prezzo di ingresso è solamente di 1euro; è gratuito per i residenti nei comuni limitrofi, ovvero Iseo, Cortefranca e Provaglio d’Iseo.
Ci sono due ingressi principali: uno, a mio avviso più comodo, con un grande parcheggio (ingresso nord), uno, a mi avviso più scenografico, accanto al Monastero di San Pietro in Lamosa (ingresso sud).
Se per un pomeriggio volete immergervi nella natura a tal punto da dimenticare completamente i rumori della città, questo è il posto perfetto per voi.