La mia casa è Marrakech
In quella piazza sgangherata
Così bella da sembrare una pittura
Così forte da restarti appiccicata
Pure essendo totalmente priva di un’architettura
E questa cosa nessuno mai l’ha spiegata
Che quella piazza lì non è fatta di niente
Solo di polvere e di musica, e di gente colorata
Casa mia è là, e c’è sempre stata”
La mia casa, Daniele Silvestri
Questa canzone di Daniele Silvestri, ascoltata per caso un giorno in auto, mi ha messo una voglia incredibile di tornare a Piazza Djemaa el-Fna a Marrakech.
Non potendo andarci subito, mi sono consolata riguardando vecchie foto fatte nel 2013.
Silvestri la descrive in modo semplicemente perfetto, perché Piazza Djemaa el-Fna è davvero unica per la sua eccentricità.
Indice
Piazza Djemaa el-Fna di giorno…
L’aspetto della piazza cambia durante la giornata: di mattina e pomeriggio è sede di un vasto mercato all’aperto, con bancarelle che vendono le merci più svariate (provate la spremuta d’arancia!) e da “professionisti” dediti alle attività più diverse.
Decorazioni con l’henné, chiromanti, erboristi, cavadenti, suonatori, incantatori di serpenti, ammaestratori di scimmie di Barberia incatenate…
Piazza Djemaa el-Fna di sera…
Sul tardi la piazza diventa più affollata e sopraggiungono danzatori Chleuh, cantastorie (i cui racconti sono in berbero o in arabo per un pubblico di gente del luogo), musicanti e maghi.
Verso sera le bancarelle si ritirano e subentrano banchetti con tavole e panche per mangiare cibi preparati al momento (pare che le lumache vadano per la maggiore… non ho avuto il coraggio, confesso!).
Questa piazza incredibile è patrimonio UNESCO.
Non un edificio o un’opera, ma l’intera piazza, quale patrimonio orale e immateriale dell’umanità.
L’idea del progetto UNESCO è nata per proteggere piazza Djemma el-Fna.
La piazza infatti è nota per la sua concentrazione attiva di attività tradizionali, ma era minacciata dalle pressioni dello sviluppo economico.
Per proteggere queste tradizioni, la gente locale chiese un’azione a livello internazionale.
L’UNESCO decise di occuparsene per accrescere la consapevolezza dell’importanza di tale patrimonio, orale e intangibile, come una componente essenziale della diversità culturale.
La mia fedele Lonely planet recita “Provate ad immaginarla come una sessione dal vivo di zapping estremo: ovunque volgiate lo sguardo sulla Djemaa el-Fna, la piazza principale di Marrakech nonché teatro a cielo aperto, scoprirete una rappresentazione in corso” ed è dannatamente vero.
Provare per credere!
Un consiglio spassionato
Salite sulla terrazza di uno dei bar che si affacciano sulla piazza e, al costo di pochi dirham, guastatevi un immancabile the alla menta, magari mangiateci insieme i datteri giganti appena comprati sulla piazza. Poi affacciatevi e godetevi lo spettacolo!
Il fascino di questa piazza è incredibile. Ho passato serate, sorseggiando tè alla menta, sulla terrazza del bar sopra la piazza a godermi l’arrivo delle bancarelle, tra il rumoreggiare delle ruote e il tintinnio dei carri. Incredibile!
Stiamo valutando se andare in Marocco per un breve break autunnale, Marrakech è una destinazione che ci piacerebbe vedere. Anche se il timore è di incappare in “chineserie” e “trappole per turisti”, come temo che si possano trovare in questa pizza — oppure è rimasta autentica?
Nono è rimasta autentica!
Eh, eh 🙂 Io ci avevo comprato delle babbucce in pelle, di uno squisito color violetto con degli arabeschi, e con la punta ricurva verso l’alto. Una roba che andava bene per il genio della lampada, senz’altro improponibile da mettere fuori casa, ma scomoda anche dentro casa, tant’è che non le ho mai indossate e sono sepolte da qualche parte nei piani più remoti della scarpiera.
Sono passati tanti anni da quando ci sono stata, ma della piazza Djemaa-el-Fna mi ricordo il fumo e gli odori di cibo intorno ai banconi. Rammento anche degli strani personaggi con un grande cappello colorato (simile a un sombrero) che vendevano l’acqua con degli enormi mestoli (nelle tue foto non li ho visti, c’erano ancora?). Ricordo anche di essere girata abbastanza alla larga dagli incantatori di serpenti, perché mi facevano abbastanza paura…
Mi state facendo sentire in difficoltà: com’è che io non ho comprato niente di assurdo??? Non è da me!
I venditori di acqua con il mestolo non c’erano. Però li abbiamo visti a Casablanca. Dovrei avere le foto… 🙂
Che posto MArrakech… ricordo il casino, le luci e una giacca che ho comprato e non hai mai messo. Ce l’ho ancora nell’armadio (da più di 10 anni) e tutte le volte mi chiedo che cosa ci fosse di allucinogeno nei datteri che avevo mangiato per comprare una roba del genere!!!
ahahah, capisco perfettamente, perché quel suk scatena una voglia di acquisti incontenibile… anzi, sai che c’è? ci scrivo un post! 😉