Bresciana di nascita e siciliana dintra, spinta dalla passione per gli algoritmi e la matematica applicata, dopo una laurea in Ingegneria Informatica è impegnata in un dottorato in Ricerca Operativa, tra Brescia e Verona. Non si affida solo ai numeri ma anche ai libri: sono i suoi capisaldi per esplorare il mondo, reale e immaginario. Approfitta dei viaggi di lavoro per imparare nuove ricette e conoscere nuove letterature. Conduce il gruppo di lettura del suo paese, perché per lei condividere è uno dei modi più intriganti per imparare. E’ un onore per noi ospitare la poliedrica Alice di Bibliofilamente che ci porterà alla scoperta di una Parigi meno nota e, forse per questo, ancora più speciale.
A Parigi con Alice
Parigi val bene una… maratona, meglio camminando che correndo.
Non c’è niente di più juste che vivere les rues parisiennes un passo alla volta, senza lasciarsi tentare dalle ammalianti entrate della metropolitana in puro stile Art Nouveau.
Se siete appassionati d’arte e cultura ed è la prima volta che visitate la Ville Lumière, probabilmente non vedrete l’ora di perdervi tra le innumerevoli opere del Louvre, adoperando come audioguida un Nintendo 3DS con la geolocalizzazione delle sale. Oppure di teletrasportarvi in una vecchia stazione nella seconda metà dell’Ottocento, visitando il Musée d’Orsay per ammirare gli istanti rubati alla storia e incantati su tela dagli Impressionisti.
Per chi apprezza di più l’arte moderna, sarà d’obbligo la visita al Centre Pompidou. La collezione permanente offre opere di Matisse, Picasso, Kandinskij, Warhol, Mondrian, Klee, fino agli artisti contemporanei.
Eppure, sia che siate neofiti di Parigi sia che abbiate già avuto l’occasione di vederla in passato, il percorso che vorrei consigliarvi non prevede queste tappe (che restano comunque stupende e imperdibili).
La capitale francese offre più di 130 musei. Perché non mettere un secondo da parte quelli più famosi e concentrarsi invece su alcuni minori (ma solo per dimensione)?
Visitare i musei di PArigi con il Paris Museum Pass
Prima di cominciare il nostro tour, è consigliabile però comprare il Paris Museum Pass, disponibile nelle versioni da 2, 4 o 6 giorni (consecutivi).
La tessera è nominativa e vi dà l’accesso ai principali musei e monumenti di Parigi, spesso saltando le code alle biglietterie (ma non quelle per i controlli di sicurezza ai metal detector).
È conveniente se si pensa di visitare anche solo quattro musei. La versione da 2 giorni costa 48 euro e l’ingresso medio si aggira sui 10-12 euro. La differenza è che non limiterà la vostra visita solo a quattro musei ma, anzi, vi farà venire voglia di fare più esperienze possibili e di ottimizzare al massimo le giornate a disposizione.
Si può acquistare sia online sia negli Info Point sparsi per la città e si attiva semplicemente scrivendo sul retro la data di inizio e il vostro nome.
Ora siamo pronti: quali sono i musei meno conusciuti di Parigi ma che vale la pena di visitare?
Musée Rodin
Comincio da quello che ho trovato più sorprendente, sia perché l’artista è poco noto sia perché personalmente sono sempre stata più appassionata di dipinti che di statue.
Visto che il Musée Rodin era incluso nel Pass e mi sono detta: perché no?
Mi sono così recata in rue de la Varenne, nel VII arrondissement della capitale, nella dimora che fino al 1917 era l’Hôtel Biron, dove Auguste Rodin (Parigi, 12 novembre 1840 – Meudon, 17 novembre 1917) visse gli ultimi dieci anni circa della sua vita.
La residenza meriterebbe una visita anche solo per il giardino, uno dei sette meritevoli di menzione a Parigi.
Forse conoscerete l’artista per una delle sue opere più famose: “Le baisier” (“Il bacio”).
Avrete l’occasione di vederla, ma non sarà quella che più potrebbe sbalordirvi.
Il Musée Rodin è infatti l’unico museo autorizzato a mostrare in pubblico le opere di Rodin: ne contiene più di 500! L’audioguida è disponibile in varie lingue e vi accompagnerà nella visita sia interna all’edificio principale sia nel giardino esterno.
Le sale sono organizzate in ordine cronologico. È subito evidente il lato riformatore di Rodin, che si distacca dal neoclassicismo e consente alla scultura di ricominciare a esprimersi in maniera originale, senza più imitare movimenti precedenti.
Rodin non ebbe una carriera facile.
Dopo aver frequentato la Petite École, studiando arte e matematica, fu bocciato tre volte all’esame di ammissione per l’École des beaux-arts. Decise quindi di lavorare come artigiano decoratore e intanto continuare a praticare la sua arte.
Era appassionato di mitologia e un grande estimatore di Dante Alighieri: molte delle sue opere sono ispirate dai Canti dell’Inferno della Divina Commedia, come “Le porte dell’Inferno” o “Ugolino”.
Anche “Il pensatore” si ritiene sia Dante stesso, che contempla il suo lavoro.
La voce dell’audioguida ci accompagna, in maniera sapientemente bilanciata, anche nelle sue relazioni personali: da quella passionale con la scultrice sua allieva Camille Claudel a quelle di amicizia con gli scrittori Victor Hugo e Honore de Balzac, al rispetto e ammirazione verso i pittori Monet e Van Gogh.
Vale la pena visitare il Musée Rodin?
Sì. Rodin usò bronzo e marmo per rappresentare le emozioni più volubili e i corpi umani più tormentati. Era interessato maggiormente al carattere delle cose piuttosto che all’estetica, perché “per un artista degno di tale nome, tutto è bellezza”.
Musée Cluny
Dall’esterno non è molto accattivante.
Si tratta di un museo di storia medievale abbastanza piccolo, e non c’è bisogno dell’audioguida. Le opere principali infatti sono dotate di descrizioni approfondite sia sul contesto storico sia sull’opera in sé.
Si parte con un’esposizione temporanea dedicata ai cinque sensi: nel Medioevo erano numerosi i testi che li ritenevano gli specchi sul mondo e sulla conoscenza.
I sensi non devono mai essere rifiutati ma usati consapevolmente, in modo ragionevole. Vi è persino una scala di importanza: la vista, il più vicino alla mente e sinonimo di verità, occupa il posto più alto; seguono l’udito e l’olfatto, che intensificano le sensazioni e stimolano l’immaginazione; in fondo si trovano invece gusto e tatto, verso una concretizzazione fisica.
I cinque sensi vengono mappati in entrambe le due serie principali di arazzi esposti al Musée Cluny, in puro stile millefleur. La prima serie è quella de “La vie seigneuriale”, che include anche “Le bain” e “La lecture”.
La seconda serie è invece quella più famosa in assoluto, ma non abbiate fretta. Conservate la sala dove si trova per ultima, calatevi nell’atmosfera osservando le altre opere e non accorrete subito a vedere “La Dame à la Licorne”.
Leggete con calma le frasi nel corridoio scuro che vi prepara alla contemplazione dei sei arazzi: tatto, gusto, olfatto, udito, vista e, infine, il cuore.
Sono affascinanti e stupefacenti, l’istinto di toccare le trame è fortissimo, ma non si può.
Per saperne di più sulla Dama e sugli arazzi, non dimenticate l’esaustivo depliant illustrativo all’ingresso della sala.
Consiglio di lettura: per conoscere la storia di una delle possibili interpretazioni, potete buttarvi a capofitto nelle righe del romanzo storico “La dama e l’Unicorno” di Tracy Chevalier (la stessa scrittrice de “La ragazza con l’orecchino di perla”).
Perché vale la pena visitare il Museo Cluny?
Perché les tapisseries sono rare e spesso sottovalutate, rispetto alle altre espressioni d’arte più celebri. Meritano invece la dovuta attenzione, perché vi è dietro un progetto complesso, fatto di bozze, dipinti, cartoni, lavoro di squadra, tanto impegno e precisione. Anche andando alla cieca durante molte fasi di lavorazione!
Qui c’è l’occasione di vedere due serie, perché non coglierla al balzo?
Musée Delacroix
Il Louvre non vuol dire solo Monna Lisa, anzi. È talmente vasto che per visitarlo completamente ci vorrebbero più giorni.
Una delle opere più maestose conservate lì è “La libertà che guida il popolo” di Eugene Delacroix. Se siete rimasti colpiti dall’allegoria della donna, dall’uso magistrale dei tre colori della bandiera francese e dal talento di questo pittore, non potrete non fare un salto anche al museo a lui dedicato, suo vecchio atelier.
Anche questo non offre tanti spazi, però ha al suo interno un grazioso giardino giapponese.
Così diceva lo stesso Delacroix: “La vue du mon petit jardin et l’aspect riant de mon atelier, me causent toujours un sentiment de plaisir”. Qui potrete trovare i suoi disegni sui felini, in particolare le tigri.
Perché vale la pena visitare il Museo Delacroix?
Per osservare la crescita dell’artista, sia per quanto riguarda i temi sia per lo stile. Per desiderare pure voi, come Bacco, di addomesticare una tigre. Per vedere i primi schizzi de “La libertà che guida il popolo” e infine per riposarvi un attimo nel giardino interno, chiudendo gli occhi e immaginando di essere lì, nella prima metà dell’Ottocento, in pieno Romanticismo.
Queste sono solo tre chicche della Ville Lumière, che resta sempre una delle città più visitate che mai.
Nel 2018 ha persino stabilito un nuovo record, arrivando a quasi 40 milioni di turisti. D’altronde, con i suoi peculiari arrondissements da visitare uno a uno, con le sue crêpes e i macarons da assaggiare, con tutti i monumenti e i grandi parchi in cui perdersi, con i bouquinistes lungo le rive della Senna e i loro libri in edizioni speciali… Come fare a resisterle? Paris, au revoir!
Consiglio extra
Cosa fare verso l’ora di cena, quando ormai tutti i musei sono chiusi?
Si può ancora sfruttare il Paris Museum Pass per salire i 277 gradini dell’Arc du Triomphe (aperto fino alle 23) e ammirare il tramonto e un panorama sulla città a 360° dal cuore dell’Étoile: semplicemente merveilleux.
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Un post assolutamente interessante. Parigi val bene una Messa, come qualcuno di più famoso di me ha detto. Ci tornerei mille volte, però in effetti sono sempre in cerca di qualcosa di nuovo da vedere e di nuovi spunti.
le città sono davvero piene di luoghi come Musei da vedere che ancora sono troppo poco conosciuti, bello che vengano citati in post come questi per dare loro l’importanza che meritano
Cerco sempre infatti di trovare qualcosa di diverso che personalizzi il mio viaggio e lo differenzi rispetto a itinerari troppo mainstream. Vediamo se riuscirò a farlo anche negli altri viaggi che sto facendo o che ho in programma 😉 Grazie mille per il commento Silvia!
Ma che belli questi piccioncini in copertina :)) Mannaggia, questo articolo mi ha riempita di nostalgia per Parigi. Credo di doverci tornare, e ricominciare dai musei. Il Cluny lo conosco e confermo che è bellissimo anche per chi non si intende del periodo storico. Gli altri mi mancano, nonostante mi bulli di conoscerne parecchi lì anche di meno noti! Il sogno sarebbe vederli tutti! Grazie, anche ad Alice 🙂
Scrivendolo e rileggendolo la nostalgia è tantissima, già!
Condivido il sogno di vederli tutti; ce ne sono alcuni che ho scoperto soltanto dopo il rientro in Italia (e mi sarei mangiata le mani!)… Scusa buona per tornarci presto 😉
Grazie mille a te, Lucy, per il tuo commento!
Non sono mai stata a Parigi per il momento, però è sempre bello scoprire quello che c’è di meno noto nei posti. Anche perché le cose più scontate, spesso sovraffollate, è come se le conoscessimo già, mentre le chicche arricchiscono il viaggio. Segnato tutto.
Io devo assolutamente tornare a Parigi, sia solo per vedere di persona i dipinti di Kandinskij. Pensa che non mi è mai piaciuta l’arte contemporanea, alla fine ho scelto proprio lui per la tesi. Bello l’articolo e interessante scoprire di posticini non visti nella mia prima volta in città. Un motivo per tornarci 🙂
Anche a me l’arte moderna e contemporanea non ha mai fatto impazzire, però il Centre Pompidou merita un giro 😉
Grazie per il tuo commento Viola!
Parigi è stato il
Mio primo viaggio sognato. Ma a distanza di 10 anni vorrei tornarci e magari vedere Musei insoliti…
Sul sito del Paris Museum Pass trovi l’elenco completo di tutti i musei visitabili e moltissimi sono di nicchia e particolari 😉
Ottimo post. E ottimi suggerimenti. Soprattutto per chi ha voglia di fare qualcosa di diverso dai soliti tour mainstream. Grazie
Il mio scopo quando viaggio è proprio quello: vedere anche i posti più conosciuti, ma concentrarmi più nella ricerca di angoli meno noti, o lasciare che lo spirito del flaneur si impossessi di me.
Grazie a te del commento!
Anche a noi il museo Rodin era piaciuto molto! Grazie per questa carrellata di tesori meno noti della cultura parigina. PS. utilissima l’indicazione del tempo stimato per la visita!
Di niente Virginia, grazie a te del commento!
Ho considerato essenziale inserire anche il tempo perché in quei due giorni di Paris Museum Pass ho cercato di sfruttare ogni momento disponibile 😀
Il mio viaggio a Parigi si avvicina ogni giorno che passa e prendo tutte le informazioni possibili. Ad esempio non avrei mai pensato che il museo Rodin valesse la pena, avrei sicuramente incluso il Louvre e la vista dall’Arco d trionfo peró.
Sono stata a Parigi solo una volta ed ho visitato solo il Louvre ed anche di fretta! Mi piacerebbe tornare ed includere questi luoghi, soprattutto i meno conosciuti!
Grazie Ilaria e Veronica dei vostri commenti!
Per quanto riguarda il Louvre, casomai vi capiti di essere lì il primo sabato del mese, è gratis dalle 18:00 alle 21:30 (ovviamente non si riesce a vedere tutto, ma una determinata ala sì). Anche molti altri musei sono gratuiti la prima domenica del mese, come da noi.
Per un buon panorama sulla città, alternative all’Arco di Trionfo sono la Tour Montparnasse (a pagamento), salire a Montmartre e ammirarla dalla Basilica del Sacro Cuore (gratuitamente), oppure dalla tradizionale Tour Eiffel (molto cara), o ancora dal quinto piano del Centre Pompidou 😉
Da ignorante quale sono non li conoscevo affatto. L’idea di visitare musei o zone o attrazioni meno famose mi attira sempre. Un modo per evitare le masse ma per scoprire sempre e comunque tanta bellezza!
Nemmeno io li conoscevo prima di spulciare per bene il sito del Paris Museum Pass: mi si è aperto un mondo!
Grazie del tuo commento, Simona!
Non sono mai stata a Parigi, ma quando visito un posto nuovo non amo andare nei classici luoghi dove vanno tutti e mi piace scoprire posti nuovi, quindi terrò a mente il tuo articolo! 🙂
Parigi val bene un viaggio assolutamente!
Io sono stata un mese per lavoro tra maggio e giugno: le temperature sono ideali e ci sono state pochissime giornate di pioggia. Dieci anni fa invece ero stata a marzo per cinque giorni, sfortunatissimi per il maltempo, che l’avevano resa grigia e cupa.
Però credo che sia bellissima lo stesso, anche in inverno o in autunno.
Grazie del tuo commento Jules!
Bello, bello, bellissimo questo post! Adoro Parigi e ci sono stata tante volte ma non ho mai visto nessuno dei tre meravigliosi musei che suggerisci. Partirei adesso per visitarli tutti ma quello di Rodin…….. una vara chicca. Meravigliose quelle sculture e bellissimo ammirare il percorso di crescita dello scultore. Grazie per avermi fatto scoprire questi luoghi della Ville Lumière!
Grazie mille Antonella per le tue parole! Ora hai la scusa per tornare a Parigi un’altra volta 😉
Personalmente sono rimasta davvero colpita dalla storia personale di Auguste Rodin e dalla sua carriera travagliata… Merita davvero di essere conosciuto, anche se ormai post mortem.
Vado ogni anno a Parigi e non sono mai riuscita, per questioni di tempo , a visionare uno di questi musei. Soprattutto il Pompadou credo che vada visto almeno una volta nella vita. Devo cercare assolutamente di farci un salto.
Concordo, vale la pena anche se non si è troppo amanti dell’arte moderna, perché ci sono opere sorprendenti!
La collezione permanente del Centre Pompidou (quarto e quinto piano) richiede almeno due ore di visita, poi ci sono anche quelle temporanee.
Sono innamorato di Parigi, l’ho visitata molte volte ma mai abbastanza. Ho trovato molto utile la vostra guida, apprezzabile anche nello stile.
Grazie è merito di Alice!
Grazie mille Mario!