Questo post era stato scritto per essere postato agli inizi di Luglio. Anche quest’anno infatti, in un modo o nell’altro, ho deciso di fare un salto nella capitale britannica.
Ma dopo gli eventi di sabato sera, con le altre chicks abbiamo deciso di rivedere il calendario e pubblicarlo subito.
No, non è nostra intenzione cavalcare l’onda del dolore.
E’ il nostro modo di rispondere a chi vorrebbe terrorizzarci, a chi vorrebbe che ci chiudessimo in casa. A chi vorrebbe che cedessimo al ricatto della paura.
La nostra risposta è un grande, sentito, urlato e soprattutto di cuore.
Indice
VAFFANCULO.
Vaffanculo a te, che sei cresciuto con noi, venuto a scuola con noi, che hai goduto dei nostri privilegi e ora ti fa comodo rinnegarli, scannandoci come bestie al macello.
Vaffanculo a te, che per dare un senso alla tua insignificante vita, invece che appenderti a una corda, prendi un’auto e falci tutti quelli che ti passano accanto.
Vaffanculo a te ,che sei stato accolto, sfamato e aiutato nei modi che al momento ci sono possibili e che hai fatto buon viso a cattivo gioco solo per poterci colpire alle spalle.
Sai cosa?
NO. Non ci costringerai in casa. Non ci impedirai di accogliere chi scappa dalla guerra. Non ci farai odiare i musulmani.
Non ci spaventerai tanto da impedirci di viaggiare.
La differenza tra noi e voi, è che noi, anche se siamo spaventati e terrorizzati e feriti, continuiamo a vivere le nostre vite, credere nei nostri valori, alla faccia tua e delle nullità come te.
Non vincerete. Altri di noi cadranno, saranno feriti e si spaventeranno. Ma non vincerete, sai perché?
Perché gente ben più spietata, scaltra e organizzata di voi ha provato a far regnare l’odio ma non c’è riuscita.
La verità è banale e retorica, ma questo non la rende meno vera. La verità è che il bene vince sempre. E vincerà anche stavolta.
Ci vorranno anni, lo sappiamo bene. Ci vorranno politiche diverse e mentalità illuminate e ben superiori alla nostra. Ma vinceremo noi.
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Se avrete la pazienza di leggere tutto, vi accorgerete che ho scritto che a Londra mi sento sicura, sempre. Forse più che a casa mia.
Probabilmente al momento in cui entrerò in metro il cuore mi batterà forte e mi guarderò intorno circospetta. Ma nella metro entrerò e la userò.
E uscirò e passeggerò per il ponte di Westminster e sul London Bridge. E porterò una candelina o un fiore a chi, come me, come noi, non si è lasciato chiudere in casa dalla paura.
Grazie della pazienza e scusate lo sfogo, ma enough is enough. Quanto è troppo, è troppo.

A Londra mi sento a casa. Amo Londra.
Ci sono posti in cui non sei nata, ma nei quali, appena metti piede, il cuore fa click. Come se avesse trovato finalmente il suo perché. Come se ci avesse sempre vissuto. O come se ci fosse finalmente tornato.
Londra mi fa questo effetto. Non so quante volte ci sono stata, ma ci tornerei sempre. Amo Londra perché è una città in cui mi trovo sempre a mio agio.

Mi trovo bene nella tube (alla quale qualche anno fa ho dedicato anche un post). Nelle sue scale mobili sempre super affollate a doppia velocità (chi non è di fretta sulla destra fermo in piedi, gli altri sulla sinistra a corsa), nelle carrozze pulite, nei commuters con un libro in mano. O Metro o l’Evening Standard.

Mi fa impazzire che la Circle Line, la linea gialla della tube, abbia le paline per sorreggersi di colore giallo. Mi fanno impazzire i nomi delle fermate. Elephant and Castle: ci sarà davvero un elefante e un castello? E a Chalk Farm: una fabbrica di gesso? Shepherd’s bush: E il cespuglio del pastore? Ci sarà?


Amo Londra e adoro i chioschi di street food dentro le stazioni. Mi piace che la Tube a Londra la prendano tutti. Di qualsiasi età, a qualunque ora, di qualunque estrazione sociale.
Amo Londra perché gli inglesi si rendono conto di guidare dalla parte sbagliata. E vengono incontro a noi persone normali.

Mi piacciono le case a mattoni rossi di Myfair. Mi piacciono i parchi.


Amo Londra perché ha oltre 140 parchi. È un numero folle.
Non ho idea di quante volte io abbia attraversato St. James’s Park per dar da mangiare agli scoiattoli. Grossi ed enormi, sono amorosi.

E i musei. I musei! Quante volte al Natural History Museum? E al British? Quante foto sul cellulare della Round Library?
Londra segreta: 5 perle da non perdere
La prima volta che sono andata a Londra (oltre un decennio fa) ho fatto tutte le cose che fanno i turisti. Sì, anche andare al museo delle cere.
Eravamo in un hotel a Sussex Gardens, vicino Paddington. Era una stanza abominevole. La moquettes era anche in bagno e lavandino lo avevano rubato alla casa di Barbie. Era minuscolo.

Ho preso anche un taxi. E ho scoperto cosa significhi “fare la fila”.
La seconda volta che sono andata a Londra ho perso il portafoglio. Così, appena arrivata. Sterline, carta di identità, carta di credito, bancomat.
Ho provato l’ebbrezza di andare in una Metropolitan Police Station. Ricordo ancora il nome della via: Vigo Street. Si pronuncia VAIGO. La mattina dopo sono corsa in ambasciata e mi hanno spedita al consolato. Li ho avuto il foglio di via. Che emozione!

E i muffins? E le paste fresche del mattino, che alle sei di pomeriggio mettono a metà prezzo? Amo Londra perché ci sono i charity shop, dove trovi i libri praticamente nuovi a una sterlina.
Amo Londra perché a Londra mi sento libera.
Libera di vestirmi come mi pare. Niente è troppo imbarazzante per i londinesi. Neanche uscire con le pantofole di lana che mio nonno lasciava “per l’ospedale”.
Libera di uscire a qualsiasi ora.

Amo Londra perché c’è sempre qualcosa di nuovo da fare. Qualcosa da vedere che è rimasto della volta precedente. Qualcosa da tornare a vedere più e più volte perché è come un vecchio amico a cui far visita.
Con Londra posso riprendere la conversazione dove l’avevo lasciata all’anno prima. E non perdo neanche il filo del discorso.

Insomma, tutta questa sviolinata per confessare che vado a Londra.
Di nuovo.




P.S. mi rendo conto della pessima qualità delle foto in questo post, ma ho messo solo quelle fatte le prime due volte che sono stata a Londra.
Perché mi fanno tenerezza e perché mi ricordano le sensazioni che provai al tempo. Fotografai tutto e di tutto, perché tutto era nuovo e meraviglioso.
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ATTENZIONE
Dal 2 aprile 2025, per viaggiare nel Regno Unito, tutti i cittadini europei devono richiedere l’ETA (Electronic Travel Authorisation).
- Chi deve richiederla l’ETA: tutti i cittadini EU (bambini inclusi) non residenti in UK
- Quanto dura: 2 anni per viaggi complessivamente non superiori a 6 mesi
- Quando scade: dopo aver soggiornato complessivamente 6 mesi in UK o alla scadenza del passaporto
- Quanto costa: 16 sterline
- Come richiedere l’ETA: online
Questo post è stato scritto da:

Francesca
La capa, dalla cui mente è nato Chicks and Trips. Senese di nascita, europea per vocazione, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e poi l'ha appesa al chiodo sopra la televisione, tanto le stampe come complemento d'arredo vanno di moda. Passa il suo tempo a scrivere atti più o meno pubblici, fare foto e pettinare gatti. Se dovesse andare a Hong Kong, sceglierebbe un volo con scalo a Londra e un tempo di attesa di un paio di giorni, pur di farsi un giro nella città della Regina. Sogna di vincere alla lotteria e passare il resto della vita in un appartamento con camino a Mayfair. Autrice de "I Cassiopei (biografie non autorizzate)" e "Storia di Biagio".
Londra e meravigliosa ci sono stata piu volte e non vedo l’ora di tornare e bellissimo ciò che hai scritto concordo con te cara, Floriana
Grazie, <3
Ti capisco benissimo! Ho vissuto a Londra quasi 2 anni da giovane e ci sono stata in vacanza spesso!
Non mi sono mai sentita fuori luogo e se potessi ci tornerei tutti gli anni
Cara Francesca ho letto con immenso piacere ( e salvato!) il tuo post e capisco tutto quello che dici e lo condivido. Ammiro e conosco in dettaglio ogni tua foto. Ogni tua parola e’ un battito accanto al mio cuore. E condivido la tua emozione e amore x questa citta’, in ogni particolare.
E’ come se avessi scritto io tutto cio’.
Grazie x aver condivido I tuoi pensieri. Anche io come te ci torno in continuazione. Ci ho vissuto dieci anni e ho quindi avuto modo di conoscere e amare tutto cio’ di cui parli.
Quindi I miei complimenti, e’ la prima volta che leggo una descrizione cosi accurata,del posto e delle emozioni.
Grazie, hai colto lo spirito del post e le emozioni che mi sono sforzata di trasmettere. <3
Ami Londra perché non ci hai mai vissuto…
Caro Carlo, grazie del tuo pertinente commento. Si vede proprio che hai letto approfonditamente il post e non ti sei limitato al solo titolo (è l’ultima volta che ti approvo un commento del genere, sappilo – anche se dubito che ripasserai di qui. Era solo per fartelo sapere, in caso succedesse).
Sebbene ci siano molti anni di differenza tra me e te (lo so, sono vecchietta, ma lì ringiovanisco di almeno 40 anni, sempre , ogni volta che ci vado!) hai scritto esattamente, parola per parola quello che scriverei io su “casa mia”, che purtroppo non lo è e non lo sarà mai fisicamente, ma nel mio cuore, nella mia anima, nei miei pensieri SI! Quanto mi manca! A me, che qui ho paura della mia ombra, che mi spaventa la gente… a Londra? A Covent Garden o a Neil’s Yard o a Camden Town alle 11 di sera, o a passeggiare lungo il Tamigi, per poi scendere nella Tube, di notte… tranquilla, come se fosse la cosa più normale del mondo, come se mi appartenesse da sempre…
Anch’io so dove sono i luoghi da te fotografati e ne ricordo ancora tanti altri, nascosti, non turistici, privati… ma poi, OGNI volta, guai a non passare a salutare la cara “ nonna” Lilibeth (God save the queen!) almeno dal cancello! Spero di tornare a casa PRESTO, perché senza Londra comincia a mancarmi l’aria!
Irene (o, come mi chiamano loro, AIRIN! – quanto mi piace sentirlo! -)
Ciao Irene! Grazie mille per il tuo commento, non sai quanto piacere mi faccia. Primo perché condividi la mia stessa passione e poi perché ti sei presa la briga di esprimere le tue emozioni con un commento. Grazie grazie grazie, spero di incontrarti in una tea room per un afternoon tea, magari in zona Belsize Park! Un abbraccio
Londra è stata la destinazione del mio primo viaggio da sola da ragazzina, e da allora ha un posto speciale nel mio cuore. Anzi, forse già da prima di allora, forse da quando vedevo le sue strade nei cartoni animati e nei film, o le immaginavo dalle pagine dei libri. Penso che sarebbe una delle poche città straniere in cui potrei sentirmi a casa. Per cui la scorsa settimana è stato di nuovo un colpo al cuore, come se fosse successo nella mia città, alle persone che vivono dove vivo io. Per cui ti capisco benissimo: fai benissimo a tornare nella città in cui ti senti a casa.
Sai che quell’hotel mi ricorda tantissimo un albergo proprio in zona Sussex Gardens dove sono stata anni fa? Se non ricordo male si chiamava Europa Hotel o qualcosa di simile – chissà se è lo stesso posto?
Il mio mi pare si chiamasse Abbey Court, ma era una specie di società che ne aveva tantissimi in Sussex Gardens, per cui probabilmente erano di fianco 😉