Coney Island: l’avrete vista mille volte.
Coney Island nei film anni ’80 di Bud Spencer e Terence Hill non manca mai.
Non manca mai neache in tutti i film ambientati a New York in cui ad un certo punto i protagonisti vanno al mare oppure al Luna Park. Avete presente quella ruota panoramica che si vede sempre?
Ecco, quella lì è Coney Island.
Prendete la metro da Manhattan, attraversate tutto il meraviglioso quartiere di Brooklyn (ad un certo punto la metro sale in superficie e allora potrete davvero godervi il viaggio) e dopo quarantacinque minuti scandete al capolinea.
Farete un viaggio non solo nello spazio, ma anche nel tempo.
A Coney Island infatti tutto è rimasto come negli anni ’60.
Il luna park, rigorosamente sulla spiaggia, è talmente vintage da essere assolutamente trendy. Cyclone, le immancabili e viste-in-mille-film montagne russe (pardon, rollercoasters) di legno vi faranno fare un balzo indietro nel tempo lungo cinquant’anni.
Tutto è dominato da un lungomare in legno davvero interminabile, punteggiato dagli immancabili vendors di cotton candy dei colori dell’arcobaleno, skaters, gruppi di caraibici che ballano il merenghe suonato da un’orchestrina improvvisata, panchine affollate dalle classiche big mamas che si sventolano al sole e da una spiaggia immensa.
L’oceano, in tutto questo, rimane quasi in secondo piano.
Il rumore delle onde è sovrastato dai suoni del luna park, ma basta incamminarsi sul lunghissimo pier e allontanarsi dalla folla che si respira finalmente aria di mare. A Coney Island, si dice che vadano in newyorkesi che non possano permettersi il mare “vero”.
Non so se sia un’affermazione corretta o meno, ma so che, il sabato di inizio giugno che la visitiamo, il 95% delle persone è composto da ispanici e afroamericani. Noto che tanti (soprattutto giovani donne) sono… come dire… in sovrappeso (no, proprio obesi).
Sarà la gara che mangiatori di hot dog che ogni 4 luglio si tiene dal famosissimo “Nathan”?
Non credo, ma con la vista di questi due sceriffi a cavallo tutori della legge, diciamo addio al tramonto dorato di Coney Island e riprendiamo il treno verso New York City.
Coney Island è un altro di quei posti che sembra esistano solo al cinema, fino a che non ci arrivi e ti si parano davanti come un sogno… hollywoodiano.
Anzi, newyorkese.
See you soon Coney Island!
p.s. Ma davvero Sonya Thomas ha mangiato 45 hot dog in un’ora?!? Ed è sopravvissuta per ritirare il premio?!?
Se avete in programma un viaggio a New York, leggete gli articoli di Francesca su:
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Questo post è stato scritto da:

Francesca
La capa, dalla cui mente è nato Chicks and Trips. Senese di nascita, europea per vocazione, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e poi l'ha appesa al chiodo sopra la televisione, tanto le stampe come complemento d'arredo vanno di moda. Passa il suo tempo a scrivere atti più o meno pubblici, fare foto e pettinare gatti. Se dovesse andare a Hong Kong, sceglierebbe un volo con scalo a Londra e un tempo di attesa di un paio di giorni, pur di farsi un giro nella città della Regina. Sogna di vincere alla lotteria e passare il resto della vita in un appartamento con camino a Mayfair. Autrice de "I Cassiopei (biografie non autorizzate) e "Storia di Biagio".
Sono un grande appassionato di Bud e Terence, ma non riesco a capire in quali film è apparsa. Aiutatemi!
Oddio, con i titoli sono una frana… io me la ricordo in quello dei poliziotti…
Due cose:
1. dimmi che hai assaggiato il Cotton candy! Lo so che è zucchero filato, ma è così bellino…
2. Sonya Thomas ha un metabolismo che non è umano! Hai visto le sue foto? Nonostante sia magra, non si perde una sola sfida da trangugiatori folli di cibo. Ha partecipato anche alla gara di mangiatori di Kimchi (cavolo fermentato coreano che secondo loro è una delizia) ed è ancora viva… O_o
1) non ho assaggiato il cotton candy… e 2) è brutto se dico che odio Sonya Thomas?
No, quelle con un metabolismo così vanno odiate per legge 😉