Lago di Carezza: dove si trova, come arrivare, hotel, la leggenda e il disastro del 2018
Il Lago di Carezza, o Karersee in tedesco, è uno specchio d’acqua nelle Dolomiti trentine, che sembra uscito direttamente da una fiaba.
Ha i colori dell’arcobaleno, è di una bellezza incredibile e, quando lo si vede, non si può fare a meno di chiedersi come sia nuotare in quelle acque cristalline.
Si può (purtroppo, ma anche per fortuna) solo immaginarlo.
Una gita di un giorno è d’obbligo se vi trovate da quelle parti. È un luogo incantato, fatato, magico. Usate gli aggettivi che la fantasia vi regala, perché io sono rimasta letteralmente a bocca aperta davanti a tanta perfezione creata da Madre Natura.
Indice
Lago di Carezza: dove si trova
Si trova in Trentino Alto Adige, nel bel mezzo dei meravigliosi boschi del Latemar, nell’alta Val d’Ega, a circa 25 chilometri da Bolzano, nel comune di Nova Levante.
Come arrivare al Lago di Carezza
- Bus: dall’autostazione di Bolzano, ogni ora circa parte il bus direzione Pera di Fassa, che dopo circa 40 minuti ferma all’Hotel Adler. Da lì, ci sono altri 2 chilometri da fare a piedi per arrivare al lago.
- Auto: la scelta più comoda ed economica. Da Bolzano prendete la SS241 verso Ponte Nova, proseguite verso Nova Levante e poi per il Lago. Dalla Val di Fassa prendete la SS241 in direzione nord a Vigo e proseguite fino al Lago.
- Tour: un’alternativa valida, se non si ha un mezzo proprio, è partecipare a un tour organizzato di un giorno nelle Dolomiti.
Lago di Carezza: hotel e dove dormire
Il Lago di Carezza si trova ai piedi del massiccio del Latemar, in uno dei boschi più belli del mondo. Dormire lì vicino è difficile, a meno che non si voglia soggiornare nel Residence Grand Hotel Carezza, costruito nel 1893.
Si tratta di una residenza storica famosissima, in cui hanno soggiornato personaggi come l’Imperatore Francesco Giuseppe e la Principessa Sissi, Agatha Christie e Winston Churchill.
È un luogo che sembra uscito da un romanzo, tanto è bello e incastonato in un posto unico al mondo. Se per voi però è troppo fancy, date un’occhiata qui se c’è qualcosa che può fare al caso vostro, tenendo comunque conto che non si tratta di alloggi in prossimità del lago.
Passeggiata
Una volta arrivati al lago, troverete un centro visitatori ad accogliervi. Da lì inizia la passeggiata intorno al lago. È brevissima e facile da fare. Ci si inoltra lentamente nei boschi del Latemar e si capisce perché Stradivari venisse qui a cercare gli abeti rossi con i quali costruiva i suoi violini.
È un bosco che parla. Ancora oggi, i liutai più bravi del mondo si trovano in questi boschi nelle notti primaverili di luna piena, per scegliere un abete con cui creare i migliori strumenti musicali a corda.
Ci sono panchine e posti in cui sedersi ogni pochi metri, a causa anche del grande afflusso di persone.
Ricordatevi che è assolutamente proibito fare il bagno nel lago.
La leggenda del Lago
Anche sul Karersee, come ogni luogo magico che si rispetti, c’è una leggenda da raccontare.
C’era una volta Ondina, una bellissima ninfa che viveva nelle acque più profonde del lago. Aveva una voce incantevole, capace di far innamorare tutti coloro che avevano la fortuna di sentirla.
Lo stregone Masaré, che viveva sul massiccio del Latemar, un giorno si fermò sulle sponde del lago, udì la ninfa cantare e se ne innamorò perdutamente. Cercò di conquistarla in tutti i modi, usando i poteri magici che aveva a disposizione, ma senza risultati.
Non appena si avvicinava, Ondina si tuffava nelle acque del lago, sparendo alla vista.
Disperato, il mago chiese aiuto alla strega Langwerda, la quale gli consigliò di travestirsi da venditore di gioielli, di spargere alcune pietre preziose sulle rive del lago e di creare un arcobaleno che raggiungesse il vicino massiccio del Catenaccio, per attirare la ragazza fuori dalle acque.
Così fece. La ninfa, attratta dai colori bellissimi, si avvicinò alla riva ma scorse immediatamente Masaré. Spaventata, si tuffò nel lago e, da quel momento, nessuno la vide né la udì più cantare.
Lo stregone, disperato, fece a pezzi l’arcobaleno e lo gettò nello specchio d’acqua.
Da quel giorno, il Lago di Carezza assunse tutti i colori dell’arcobaleno.
Disastro del Latemar
Nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 2018, quella che fu chiamata la Tempesta Vaia, si abbatté sul Trentino Alto Adige e anche sui boschi del Latemar, che circondano il Karersee.
Raffiche di vento fino a 120 chilometri orari soffiarono tra il Catinaccio, la Val di Fassa e la Val di Fiemme, abbattendo oltre 4 milioni di alberi e creando un danno immane alla flora e alla fauna della montagna. I morti, fra gli uomini, furono ben tre.
Gli esperti credono che ci vorranno tra i 100 e i 120 anni per ripristinare lo stato dei luoghi, così come era prima di quella notte di ottobre.
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E’ già da diverso tempo che medito un giretto per visitare il lago di Carezza, vorrei inserirlo in un itinerario col lago di Braies, ma col meteo ballerino di questo autunno non siamo riusciti a trovare l’occasione giusta. Chissà che la primavera porti consiglio.
Non sono esattamente vicini, ma in un paio di giorni li fai entrambi.
Io che sono patita di montagna adoro questo post! Spero di avere l’occasione di vedere questo lago dal vivo quanto prima!
Ti piacerà, ne sono sicura!
Mi ricordo della tempesta del 2018, un vero disastro ambientale… La natura sta cercando di dirci qualcosa, peccato che noi la ascoltiamo così poco…
Sì, hai ragione da vendere
Ricordo purtroppo gli eventi del 2018 ma non conoscevo affatto la leggenda legata al lago! Con quei colori comunque mette pace solo a guardarlo!
I colori dell’arcobaleno!