Inutile dirlo, per quanto ci piaccia girare per le città e scoprire itinerari d’arte e meraviglie urbane, qualche volta una passeggiata in mezzo ai boschi è proprio quello che ci vuole. Grazie al Cai – Club Alpino Italiano – Sezione di Siena, ho scoperto tanti sentieri in Toscana, percorribili da tutti, ma il primo di cui vi voglio parlare è quello che porta dal Ponte della Pia al Castello di Montarrenti (dei quali vi parlo in fondo al post).
Indice
Sentiero a Siena: dal Ponte della Pia al Castello di Montarrenti
Ho scelto questo per vari motivi, il primo dei quali è che si tratta di un sentiero ombreggiato, ma sopratutto adatto a tutti, con poco dislivello e tante cose da vedere.
Il percorso dura circa 40 minuti ed è per il 90% all’interno di un bosco. Il sentiero è ampio e ben visibile ma non è assolutamente adatto a passeggini, sedie a rotelle o a coloro che hanno difficoltà motorie.
Informazioni utili
Il mio consiglio è di parcheggiare poco prima di arrivare al Ponte della Pia, se si percorre la Strada Provinciale 73bis, venendo dalla località Rosia (siamo nel Comune di Sovicille). Ci sono dei piccoli slarghi sulla strada: non veri e propri parcheggi, ma funzionali a lasciare l’auto per questa breve escursione.
Subito dopo aver parcheggiato, dirigetevi sopra il Ponte della Pia che attraversa il torrente Rosia. In estate il torrente sarà privo di acqua e si potrà tranquillamente guadare più avanti. Attraversato il ponte, seguite la freccia che vi farà inoltrare nel bosco.

Dal Ponte della Pia al Castello di Montarrenti, con deviazione per l’Eremo di Santa Lucia
Dopo circa 10/15 minuti di cammino, troverete un bivio in mezzo al bosco (come nelle favole!): a sinistra farete una breve deviaizone per arrivare all’Eremo di Santa Lucia, a destra proseguirete per arrivare al Castello di Montarrenti.
Vi consiglio la prima opzione, per poi tornare indietro e riprendere il cammino.
Dell’Eremo di Santa Lucia rimangono pochi ruderi, ma sono abbastanza da sapere che è antecedente al 1200 e che fu consacrato a Santa Lucia intorno al 1267.
La deviazione sarà breve, ma ne varrà la pena. Ripreso il cammino nel bosco, dopo circa 20 minuti dovrete guadare il torrente Rosia e immettervi per un brevissimo tratto nella strada statale, attraversandola. All’altezza degli edifici abbandonati della vecchia miniera (poco dopo una decina di metri circa), troverete sempre sulla destra della strada, la classica freccia bianca e rossa dei sentieri del CAI che vi indicherà la via per il Castello di Montarrenti.
Qui il percorso si fa meno facile, più ripido e meno visibile, ma le indicazioni non mancheranno. Dopo circa 20 minuti, complimenti, siete arrivati al Castello di Montarrenti!
Fate una bella sosta, lunga quanto volete, per poi ripercorrere la strada al contrario e tornare alla macchina.

Ponte della Pia, cos’è?
Ma cos’è il Ponte della Pia, dal quale parte questo trekking a Siena?
Quando si parla di questa costruzione, bisogna dividere la storia dalla leggenda. Di sicuro è un ponte di origine romana, rimaneggiato in epoca medioevale. Aveva il compito di collegare Siena alle colline metallifere e all’Eremo di Santa Lucia.
L’origine del nome ha a che vedere con la leggenda, ed è quanto mai incerta. Pare si tratti di Pia de’ Tolomei, aristocratica toscana che fu uccisa dal marito Nello Pannocchieschi, che sposò in seguito Margherita Aldobrandeschi. I particolari dell’omicidio, del quale si occupò anche Dante nella divina Commedia, dicono che Pia fu gettata da una rupe vicina al castello Pannocchieschi in Maremma. Rupe che da allora prese il nome di “salto della contessa”.
Altri parlano di Pia Malavolti, trucidata insieme al marito (tale Tollo, piccolo vassallo degli Aldobrandeschi) sul sagrato della chiesa, dai nipoti di lui.
Pare che il fantasma di Pia (chiunque delle due avrebbe un buon motivo per essere ancora su questa terra) attraversi il ponte nelle notti di luna piena, vestita di bianco e fluttuando sopra la costruzione e mai toccandola.
Castello di Montarrenti
Del Castello di Montarrenti, punto di arrivo di questo sentiero, si hanno notizie fin dal 1156. Era legato alle miniere di estrazione dell’argento (ve ne ho parlato prima) che gli sono vicinissime in linea d’aria. Ha subito varie modifiche nel corso del tempo, le principali a seguito di un incendio.
Del castello originario rimangono solo due torri, che sono state ribassate, e che adesso vengono usate dal Gruppo Astrofili Senesi per le osservazioni della galassia e dal CAI, come sede territoriale.
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Questo post è stato scritto da:

FRANCESCA
La capa, dalla cui mente è nato Chicks and Trips. Senese di nascita, europea per vocazione, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e poi l’ha appesa al chiodo sopra la televisione, tanto le stampe come complemento d’arredo vanno di moda. Passa il suo tempo a scrivere atti più o meno pubblici, fare foto e pettinare gatti. Se dovesse andare a Hong Kong, sceglierebbe un volo con scalo a Londra e un tempo di attesa di un paio di giorni, pur di farsi un giro nella città della Regina. Sogna di vincere alla lotteria e passare il resto della vita in un appartamento con camino a Mayfair. Autrice de “I Cassiopei (biografie non autorizzate) e “Storia di Biagio”.
Sia la prima Pia che la seconda avrebbero avuto un ottimo motivo per essere arrabbiate e continuare a spaventare la gente: sembra, in entrambi i casi, la trama degna di una puntata del Trono di Spade! Fantasmi a parte, mi piacciono molto queste passeggiate nella natura adatte a tutti, che non richiedono una particolare preparazione perché così ci si può godere il paesaggio con tutta calma.
Mi piace questo itinerario! Vengo spesso in Toscana e – hai ragione – ogni tanto si può scegliere di non visitare sempre borghi, ma anche di percorrere itinerari nei boschi che magari coniughino l’aspetto naturalistico con quello storico/culturale
Esatto, specialmente inquesto momento, sento il bisogno della natura più che mai!
Effettivamente sia la prima Pia che la seconda avrebbero veramente motivo di fluttuare, e spaventare i visitatori, allegramente ahahaha.
Scherzi a parte, mi sembra davvero un percorso carino e fattibile da fare!
Sì, entrambe hanno buoni motivi davvero, povere Pie 😉