Secondo Victor Hugo, l’Abbazia di Jumièges in Normandia (dipartimento della Senna Marittima) era “la più bella rovina di Francia”.
Per il viaggio tra Normandia e Bretagna, avendo fatto tappa a Rouen e viaggiando verso la costa nord, fermarsi a visitare l’Abbazia di Jumièges è cascato, come si dice, a fagiolo.
Indice
Cosa fare in Normandia: visitare l’Abbazia di Jumiège
Il villaggio di Jumiège è molto piccolo e ancora non troppo votato al turismo di massa.
Parcheggiamo vicino all’abbazia, a pochi minuti a piedi. È mattino presto e l’abbazia ha appena aperto i battenti. Miracolosamente, i pullman pieni di turisti arriveranno solo qualche ora più tardi, quindi abbiamo l’Abbazia di Jumiège tutta per noi.
Fino a che non si entra all’interno, non ci si rende conto della vastità del posto e della sua altezza. Il fatto che sia senza tetto, mi ricorda un po’ la gotica San Galgano. In effetti, come tanti edifici costruiti nel corso del tempo, anche l’Abbazia di Jumiège è un coacervo di stili architettonici.
La triste storia dell’Abbazia di Jumièges
Fondata nel 654 d.C., l’abbazia di Jumiége è stata una delle prime abbazie benedettine della Valle della Senna.
Fu costruita per il volere della Regina Bathilda, una schiava che attrasse le attenzione del Re Clovis II il quale, invece di divertirsi con lei come si usava al tempo, se la prese in moglie.
Bathilda, anche una volta diventata regina, non si scordò mai delle sue origini e dedicava il suo tempo alla beneficienza e alla carità verso i più sfortunati, aiutando gli enti religiosi con donazioni di denaro e di terre.
L’arrivo a Mont St. Michel
Tra i vari possedimenti che donò, c’era anche Jumiège: una radura con tanti boschi e i diritti di pesca sulla Senna. L’abbate di Jumiège, su consiglio della Regina Bathilda, vendeva la merce prodotta dall’abbazia a prezzi altissimi. I profitti infatti erano usati comperare gli schiavi e liberarli.
La Regina non si era davvero scordata le sue origini.
La prosperità dell’Abbazia attirò tanti monaci e, purtroppo, non solo quelli.
Nell’841 un gruppo di vikinghi danesi comandati da tale Ragnar (che non credo fosse lo stesso della serie TV, ma il nome è quello), risalì la Senna fino a Rouen, che mise a ferro e fuoco per ben due giorni. Finito con la città, sempre risalendo lungo la Senna, i vikinghi si fermarono a Jumiège, saccheggiarono l’abbazia e le diedero fuoco.
L’abbazia di Jumiège non si riprese mai da tale saccheggio.
Dopo i vikinghi ci pensarono gli inglesi e poi la rivoluzione francese a distruggere e depredare quello che rimaneva. Addirittura numerose sculture dell’interno, furono acquistato da Lord Stuart of Rothesay, ambasciatore inglese a Parigi, per decorare la sua Highcliffe Manor nell’Hampshire.
Bisognerà aspettare il 1853, data dell’acquisto delle rovine di Jumiège da parte di Aime Lepel-Cointet, un uomo d’affari parigino, per mettere l’Abbazia definitivamente in salvo. Alla fine, fu acquistata dallo stato francese nel 1946.
Visita all’Abbazia di Jumiège
Come arrivare all’Abbazia di Jumiège e dove parcheggiare
Jumiège è facilmente raggiungibile da Rouen in mezz’ora di auto o anche da Parigi in meno di due ore, lungo la A13. Noi siamo arrivati in macchina, ma non dubito che sia facilmente raggiungibile anche con i mezzi.
Parcheggiamo proprio di fronte all’ingresso, in Voie Communale du Chouquet. Entriamo appena aperto e il parcheggio è praticamente deserto.
Le due torri di 46 metri si lanciano nell’aria quasi a voler raggiungere il cielo e sono facilmente visibili dalla strada. Non potete sbagliare.
Biglietto d’entrata e info varie
L’abbazia apre d’estate alle 9.30 e chiude alle 18.30. Dalle 18 in poi non è più possibile entrare. Il biglietto intero costa 6,50 Euro ma ci sono varie riduzioni di cui si può usufruire. Visitate il sito ufficiale del turismo normanno per scoprirle tutte.
Jumiège ha anche un’estesa landa di terreno che la circonda, di cui fa parte il giardino novecentesco e dal quale si può ammirare l’abbazia. Il giardino ospita, in estate, mostre di scultori moderni, che si possono visitare e ammirare con lo stesso biglietto di entrata.
Per visitare l’abbazia di Jumiège non c’è bisogno di una guida. All’entrata ci sono volantini plastificati anche in italiano, che vi aiuteranno nel percorso di visita.
Come ho scritto sopra, durante le ore centrali del giorno, l’abbazia è presa d’assalto dai turisti, per cui vi consiglio di visitarla nelle prime ore del mattino o alla sera, prima che chiuda.
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Questo post è stato scritto da:

Francesca
La capa, dalla cui mente è nato Chicks and Trips. Senese di nascita, europea per vocazione, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e poi l’ha appesa al chiodo sopra la televisione, tanto le stampe come complemento d’arredo vanno di moda. Passa il suo tempo a scrivere atti più o meno pubblici, fare foto e cadere da cavallo. Se dovesse andare a Hong Kong, sceglierebbe un volo con scalo a Londra e un tempo di attesa di un paio di giorni, pur di farsi un giro nella città della Regina. Sogna di vincere alla lotteria e passare il resto della vita in un appartamento con camino a Mayfair. Autrice de “I Cassiopei (biografie non autorizzate) e “Storia di Biagio“
Non conoscevo quest’abbazia. Mi sembra magnifica a giudicare dai resti monumentali che sono sopravvissuti al tempo e alle sue varie disgrazie. Grazie per averne parlato!
Una storia davvero triste quella dell’abbazia. Quella donna aveva fatto tanta strada senza dimenticarsi da dove venisse e poi arrivano i vikinghi a rovinare tutto. Certo adesso conserva sempre un fascino non indifferente ma chissà un tempo come doveva essere!
È quello che mi sono chiesta anche io!
L’anno prossimo ad agosto ho in programma un bel tour un Normandia. Ho copiato il link di questo post perchè è davvero interessante e utile. Entrerà sicuramente nel mio itinerario. Grazie
Figurati! Non perderti i punti panoramici!
Diciamo che quel Ragnar è probabilmente lo stesso della serie tv. Almeno a livello di epoca. Le storie legate a Ragnar si perdono e si disperdono perché sono state scritte molto tardi rispetto alla sua vita ed erano già diventate leggenda.
Chissà se era un figo del genere.
Che posto, non lo conoscevo, grazie per la segnalazione. Certo è un peccato che Ragnar abbia distrutto l’abbazia, anche se, va detto, così è assolutamente romantica!
È vero!
Le abbazie con un triste passato come questa hanno un fascino irresistibile. Quelle navate con vista sul cielo e la natura che conquista porzioni del monastero, sono incredibilmente evocative! Molto interessante anche la storia dell’umile Regina, che esempio 🙂
Ah, la Normandia!
La adoro!
Appena vista la foto dell’Abbazia ho pensato subito al film con Kevin Costner, Robin Hood. Sembra proprio la stessa scenografia. Andiamo spesso in Bretagna e Normandia, ma non siamo mai passati da questa zona. Segno subito tutto, così nel prossimo otr potremmo vederla al meglio grazie ai tuoi consigli.
Mi ricordo del film, ma non del luogo!
Sono stata in Normandia da bambina insieme ai miei genitori e a mia sorella di solo 4 mesi. Non ricordo però questa abbazia – molto probabilmente non l’abbiamo visitata … dovrei chiedere a mia mamma. È molto bella! Non conoscevo il personaggio storico di Bathilda.. interessante la sua storia come da schiava sia poi diventata regina senza dimenticare da dove provenisse
Ma sai che anche io appena ho visto la foto dell’Abbazia ho pensato a San Galgano?! Sempre molto suggestive queste vestigia, di Jimiège , di cui non avevo mai sentito parlare , mi rimane nel cuore la triste storia del saccheggio e quelle bifore rimaste così superbamente intatte a guardare il cielo
<3