Il Monte Nebo, in Giordania, è un luogo di grande importanza, sia storica che religiosa. Ma è anche una piattaforma dalla quale si gode un panorama spettacolare sul Mar Morto e perfino su Gerusalemme: insomma, sulla Terra Promessa. Vale la pena di visitarlo?
La Giordania è un paese dove sono numerosi i siti connessi alla religione.
Pianificando l’itinerario in Giordania, ci siamo trovati spesso davanti all’interrogativo se visitare o meno un luogo, non essendo particolarmente devoti a nessuno degli dei delle maggiori religioni.
Siamo decisamente più interessati alle meraviglie architettoniche o a quelle naturali.
Ma ci sono luoghi la cui importanza religiosa è strettamente connessa a quella storica e il Monte Nebo è uno di questi, così come il sito del Battesimo di Gesù, a Betania Oltre il Giordano.
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Indice
Perché il Monte Nebo è famoso?
Il Monte Nebo è citato nella Bibbia, come il luogo dal quale Dio mostrò a Mosé la Terra Promessa; in seguito, gli ordinò di salirvi per mostrargli il paese di Canaan, prima che Mosè morisse.
Secondo i cristiani, sul Monte Nebo Mosé fu anche sepolto, mentre secondo i musulmani – Mosé è uno dei Profeti dell’Islam – il corpo senza vita del profeta fu portato al di là del fiume Giordano e sepolto da qualche parte tra Gerusalemme e Gerico – dove adesso corre un’autostrada.
Cosa vedere sul Monte Nebo
Si sale sul Monte Nebo per una ragione principale, ma diciamo che le cose da vedere sono per lo meno tre:
- la Chiesa-memoriale di Mosé,
- i mosaici nella stessa contenuti e infine
- la vista sulla Terra Promessa.
La Chiesa-Memoriale di Mosé
La prima cosa che ho notato, ancor prima di accedere all’interno della chiesa, è stato il cartello che proibisce di entrare con armi da fuoco. E io che mi preoccupavo di coprirmi le spalle nude con un velo e di spegnere il cellulare!
In questo punto sorgeva un luogo sacro fin dal 394 d.C.. La piccola chiesa si sviluppò e ampliò, fino a diventare una florida comunità monastica per almeno mille anni. Si sa che nel 1564 il sito risultava abbandonato.
Nel 1933 fu acquistato dai frati Francescani della Custodia della Terra Santa che restaurarono il monastero (“siyagha” in aramaico) e ne fecero il quartier generale del Franciscan Archeological Institute.
Permettetemi di dire che hanno fatto un lavoro di recupero straordinario.
La chiesa è completamente restaurata, moderna, confortevole per i pellegrini, ma è ben visibile la parte “vecchia”, con colonne portanti lasciate al loro posto, ma in totale sicurezza.
I mosaici
I mosaici contenuti all’interno della chiesa sono a dir poco straordinari. Mi sono emozionata in maniera incredibile a osservarli.
Sono sia di tipo “decorativo” con figure geometriche fatte per abbellire il pavimento, che “narrativo”: i miei preferiti.
Il più antico fu completato nel 531 d.C. ed è stato portato alla luce solo nel 1976, quando fu rimosso il mosaico che gli era stato sovrapposto nel 597 d.C..
Adesso i due si trovano fianco a fianco.
Il mosaico “narrativo” è davvero eccezionale: si è mantenuto benissimo, si distinguono chiaramente le scene rappresentate: un pastore che protegge il suo zebù dagli assalti di un leone, un uomo dalla pelle scura con uno struzzo al guinzaglio, dei cacciatori che uccidono un cinghiale e un orso.
Sarei rimasta ore a osservarli.
La vista sulla Terra Promessa vista dal Monte Nebo
Mosaici e chiese a parte, il motivo per il quale tutti vengono sul Monte Nebo è questo: la terrazza sulla Terra Promessa.
Senza contare le sgallettate italiane che si affacciano qui cantando “Terra Promessa” di Eros Ramazzotti e che vengono guardate male da tutti i visitatori, l’affaccio sulla piana di Moab lascia senza fiato.
Si distingue chiaramente la valle scura dove scorre il Giordano e la parte nord del Mar Morto.
Nei giorni senza foschia (probabilmente quelli invernali), si riesce a vedere anche il Monte degli Ulivi di Gerusalemme.
Come direbbe Napoleone: da quassù, secoli di storia vi guardano.
Sul lato della terrazza, è sita una grande statua di bronzo di un artista italiano, Gian Paolo Fantoni, chiamata “The Brazen Serpent Monument”.
Si tratta di una croce stilizzata a forma di serpente che richiama le parole di Gesù
“E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna sia innalzato il Figlio dell’uomo”.
Uscendo dal sito, ci si trova di fronte a un ulivo piantato da Papa Giovanni Paolo II nel 2000, quando fece pellegrinaggio in Giordania e nei suoi luoghi sacri.
Dove si trova il Monte Nebo e come arrivare
Il Monte Nebo fa parte di una serie di cime che si trovano a circa 10 chilometri da Madaba e 40 chilometri dalla capitale Amman.
Principalmente ci sono solo due modi per arrivare, non avendo la Giordania mezzi pubblici facilmente utilizzabili anche da chi non parla arabo (leggete il mio post su cosa aspettarsi da un viaggio in Giordania).
- Auto: noi siamo arrivati prendendo un’auto a noleggio, lungo una strada bellissima e deserta, che sembra essere stata fatta su suolo lunare. Se siete un gruppo numeroso è l’opzione più economica. È anche l’opzione raccomandata se non vi va di guidare in un paese sconosciuto. A parte qualche tenda in lontananza, qualche animale da cortile, non abbiamo trovato anima viva lungo il cammino in auto. Ci siamo anche chiesti se avessimo sbagliato strada, tanto era isolato il posto. All’arrivo al sito si trova un grande parcheggio, gratuito, dove in genere ci sono tantissimi pullman che trasportano i pellegrini. Noi siamo stati fortunati, nel sito c’era pochissima gente.
- Tour guidati: dalla capitale Amman ci sono numerosi tour privati e guidati, di mezza giornata, che partono alla volta del Monte Nebo e di Madaba. In alternativa, esistono dei tour che, oltre al Monte Nebo e a Madaba, prevedono anche la visita al Mar Morto, ma durano un intera giornata. Cliccate qui per dare un’occhiata
Monte Nebo: biglietti
Il biglietto d’ingresso per il Monte Nebo, non è compreso nel Jordan Pass e può essere acquistato solo in loco.
Il costo è abbastanza economico: 2 JOD a testa (circa 3 Euro).
La visita richiede circa 1 ora, ma fate attenzione a quando intendete visitarlo.
Noi siamo andati al mattino e non c’era molta gente, ma come ho detto sopra di solito è preso d’assalto dai pellegrini cristiani che arrivano a frotte, con i pullman.
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Questo post è stato scritto da:

Francesca
La capa, dalla cui mente è nato Chicks and Trips. Senese di nascita, europea per vocazione, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e poi l'ha appesa al chiodo sopra la televisione, tanto le stampe come complemento d'arredo vanno di moda. Passa il suo tempo a scrivere atti più o meno pubblici, fare foto e pettinare gatti. Se dovesse andare a Hong Kong, sceglierebbe un volo con scalo a Londra e un tempo di attesa di un paio di giorni, pur di farsi un giro nella città della Regina. Sogna di vincere alla lotteria e passare il resto della vita in un appartamento con camino a Mayfair. Autrice de "I Cassiopei (biografie non autorizzate)" e "Storia di Biagio".
Complimenti! Tutti parlano di Petra (splendida) ma la Giordania è anche molto altro e ce l’hai dimostrato con questo bellissimo articolo!
Sono completamente d’accordo, la Giordania è da esplorare tutta. Mai fermarsi a Petra.
Sono stata qui ed è stato veramente come entrare in un racconto della Bibbia! Ci è piaciuto moltissimo e anche le informazioni che dai sono molto interessanti. La Giordania ci è rimasta nel cuore.
Non sono mai stata in Giordania, ma è nei viaggi che tengo nel cassetto. Chissà se presto riuscirò a realizzarlo.
Finalmente ho scoperto un luogo diverso rispetto al solito: la Giordania, a mio avviso, non è solo Petra e il Wadi Rum, ma anche spiritualità e luoghi di raccoglimento come questo.
Bell’articolo!
Grazie!
La vista sulla Terra Promessa è veramente meravigliosa, vedere fino a Gerusalemme, davvero molto suggestivo. E trovo bellissimi anche i mosaici, le figure di alberi e animali sono stupefacenti. Deve essere un itinerario bellissimo quello in Giordania!
Bello e sorprendente!
Il mio migliore amico è stato lì a dicembre e me ne ha parlato benissimo! 🙂