La sognavo da tanto Petra.
Da quando anni or sono vidi “Indiana Jones e l’ultima Crociata“, sapevo che prima o poi ci sarei andata. Quest’anno, grazie all’apertura dei voli diretti per Amman da parte di Ryanair, ce l’ho fatta.
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Petra è stata il centro del viaggio, la città dove ci siamo fermati più a lungo, ben tre notti. Le mie aspettative erano altissime. E sono state rispettate, dal punto di vista della spettacolarità. Petra è un sogno indimenticabile. Rossa, venata di bianco, è una scenografia commovente.
Ma ci sono cose che avrei voluto sapere prima di partire e che non ho trovato scritte da nessuna parte. Avrei voluto prepararmi psicologicamente per avere meno sorprese (brutte).
Non crediate che Petra non mi sia piaciuta, anzi. È bella e grandiosa (e vastissima) e vale la pena di affrontare il lungo viaggio per arrivarci. Ma l’ho dovuta elaborare a lungo.
Perché? Ci ho pensato tanto e, alla fine, ho deciso di scrivere tutto in questo post.
Nel web, e in tantissimi altri travel blog, troverete tutto quello che c’è da sapere su Petra.
Ne leggerete le meraviglie e anche voi, come me, sognerete di andarci. Non escludo, in futuro, di scrivere anche io un articolo su quanto sia bella e su come fare per visitarla al meglio, sciorinando consigli e dritte.
Ma per il disagio che ho provato nei giorni in cui ci sono stata, sento di dovervi parlare per prima delle cose che ho odiato.
E magari, una volta buttato fuori il veleno, riuscirò a essere abbastanza serena da “farci la pace”.
Due avvertenze: quelle che seguono sono sensazioni chiaramente mie, non è detto che tutti abbiano la stessa sensibilità, anzi; ho visitato Petra nella seconda settimana di giugno e quindi non so se, in altre stagioni, le situazioni che descrivo siano le stesse.
Cani e gatti randagi a Petra: una vergogna
L’avevo letto da qualche parte e mi ero anche preparata (vi dirò come), ma non mi sarei mai aspettata una cosa del genere.
I cani e i gatti randagi a Petra sono ovunque e tutti (con poche eccezioni) sono in cattive condizioni di salute e di igiene. Per “cattive condizioni” intendo cani sdraiati nelle poche zone di ombra, o all’interno delle caverne (un tempo case dei nabatei) sporchi e pieni di mosche che se li mangiano vivi.
Questi cani non hanno niente da mangiare e pochissimo da bere: sono magri in maniera impressionante, pieni zeppi di parassiti e chissà che altro. Lo dico, anche se è ovvio: non sono sterilizzati. Si riproducono in maniera sistematica e i cuccioli che sopravvivono rimpiazzano i genitori che muoiono giovani.
Per i gatti, non va meglio. Ce ne sono davvero a centinaia per non dire di più. Magri da far paura. Alcuni si fanno avvicinare, altri scappano. Tutti sono alla ricerca spasmodica di cibo.
Questi animali sono scacciati, scansati e, a volte, presi a calci dai ragazzini e anche dagli adulti che vivono a Petra. E di cui vi parlerò più avanti.
Sono volontaria in un rifugio felino a Siena e quindi mi ero preparata. In valigia avevo messo decine e decine di stick per gatti, per sfamare quelli che sapevo popolare Petra.
Non ne avevo portati abbastanza, mannaggia a me.
Quindi, se state leggendo questo post perché avete intenzione di visitare a Petra, vi prego: portate un po’ di cibo per cani e gatti. Abbiate pietà.
È difficile chiedere da mangiare se non si ha la parola. E quando siete sul posto, date loro da bere! GRAZIE!
Asini, cammelli e cavalli abusati a Petra
Prima dell’arrivo al famoso siq che porta a Petra, lungo la strada in discesa, vedrete questo rassicurante cartello.
Invita chiunque assista a una scena di maltrattamento di un animale, a denunciare l’accaduto presso le autorità locali.
C’è da fare un distinguo: Petra è divisa tre zone, occupate da tre tipo diversi di animali “da soma”.
Cavalli beduini

La parte più scura è la “pista” per i cavalli dei beduini
La zona che va dalla biglietteria all’entrata del siq è servita da cavalli e gestita dai beduini.
La passeggiata a cavallo è già inclusa nel prezzo del biglietto.
I cavalli dei beduini sono gli unici “ufficiali” a Petra, sono tenuti bene e in ottima salute. Si vede a occhio. Galoppano e transitano su una strada sterrata, fatta apposta per loro. Non abbiate timore e cavalcateli tranquillamente, se ve la sentite.
Carrozzelle a tre posti, trainate da cavalli
Dall’entrata del siq e fino al Tesoro, ci sono le carrozzelle a tre posti, trainate da cavalli.
Sono abusivi. Galoppano incuranti della folla e del cavallo che scivola sulla pietra dura. Senza contare i traumi che si infliggono a un cavallo quando lo si fa galoppare su una superficie non adatta agli zoccoli.
Sono animali pieni di piaghe, mal tenuti, denutriti e sfruttati in maniera indecente. Non cadete in tentazione di farvi trasportare, neanche al ritorno, quando sarete stanchi e il siq sarà in salita.
Prendetevi tempo di camminare lentamente, con calma. Fermatevi lungo il percorso, ma non prendete le carrozzelle.
Asini e cammelli: il peggio del peggio
Dal Tesoro e per tutta Petra, il territorio è di asini e cammelli.
Anche per loro vale lo stesso discorso dei cavalli nel siq: sono maltenuti e sfruttati, soprattutto gli asinelli. Piccolissimi e magri, anche se si tratta di animali da soma resistenti, vedere un uomo adulto di un metro e 80 galoppare su quelle povere bestiole, con i piedi che quasi toccano terra, è indecoroso.
E non parlo neanche delle turiste americane, obese, che si fanno portare al galoppo fino al Monastero.
I cammelli non sono trattati meglio. Forse il fatto che siano più grandi, li rende meno teneri, ma sono anche loro pieni di piaghe. Alcuni camminano con le zampe legate, per impedire loro di correre.
Maltrattamenti a Petra
Fatta questa premessa e tenuto a mente il cartello iniziale, una volta entrati a Petra, vi renderete conto che o denunciate tutti, o lasciate perdere.
Questi animali sono condotti da orde di bambini e ragazzini maleducati e senza scrupoli. Li vedono solo come mezzi per fare soldi e non se ne prendono cura adeguatamente.
Non usate gli animali da soma a Petra, per favore.
Tutto questo pippone per dire: NON USUFRUITENE.
Come turisti, dobbiamo essere e dimostrarci responsabili, anche per chi non lo è.
Se non ce la facciamo a scalare la montagna per andare al Monastero, ci sono strade che permettono di arrivarci con la jeep. Senza sfruttare animali e sopratutto senza contribuire al degrado di Petra.
Perché è meglio non usare gli animali da soma a Petra.
Gli zoccoli degli asini che galoppano su e giù per gli scalini intagliati dai nabatei migliaia di anni fa li stanno inesorabilmente rovinando.
Vedrete dei veri e propri “buchi” nella roccia, in corrispondenza della zona dove gli asini posano gli zoccoli.
Tutte le guide sconsigliano di usufruire degli animali.
Non sono adeguatamente nutriti e ben tenuti.
Non è corretto sfruttarli e, anche se del benessere degli animali non vi importa niente, vi dovrebbe importare di Petra.
Petra è patrimonio dell’umanità non solo in senso UNESCO, ma in senso lato. Dobbiamo preservarla per le generazioni che verranno, evitando di deturparla e degradarla ulteriormente.
Un turista responsabile pensa a coloro che verranno dopo, non solo alla propria comodità del momento.
Cianfrusaglie e paccottiglia in vendita
Ovunque, dal Tesoro in avanti, troverete una quantità di banchetti che vendono cianfrusaglie mai vista prima. Paccottiglia orrenda della qualità più infima, fatta passare per quella che non è.
“Real beduin kohl” cinese che vi farà irritazione dalla prima applicazione.
In qualsiasi posto vi soffermerete, per quanto in alto potrete andare, troverete sempre un tavolino con esposte collanine e magneti.
Leggi anche: Viaggio on the road in Giordania: cosa aspettarsi
Per carità, è un modo migliore per fare soldi che sfruttare un povero asinello, ma tutti questi braccialetti di perline, venduti ovunque, anche dentro i palazzi, squalificano Petra in maniera incredibile.
Invece di ammirare le tombe e i palazzi intagliati nella roccia, si finisce per trovarsi davanti un mercatino di pessima qualità. Un sito come Petra dovrebbero essere tenuto come fosse d’oro e invece, viene sfruttata come fosse Las Vegas.
Con tutto il rispetto per Las Vegas, si intende.
Sporcizia e pattume
Un’altra cosa che mi ha stupita enormemente, è stata la sporcizia.
La quantità di cavalli e asini e cammelli che si trova dentro Petra produce un ammasso enorme di sterco. Che chiaramente nessuno pulisce; ci penserà la pioggia in primavera o il sole a essiccare tutto.
Camminerete sulla merda. Scusate il francesismo.
Oltre allo sterco, anche la quantità di spazzatura lasciata e lanciata ovunque è vergognosa.
E non pensiate che si tratti di roba lasciata dai turisti. Per una volta, mi sento di difendere la categoria. I cestini sono pochissimi, ma ci sono. Tutti questi rifiuti, bottiglie di plastica, incarti di merendine, ecc. sono lasciati dai ragazzini (e non solo) che guidano i cammelli e gli asini su e giù per il sito.
Abbiamo trovato bottiglie di plastica davvero ovunque. È un’altra caratteristica che squalifica da morire Petra, facendola apparire inesorabilmente trascurata e cheap.
Olezzo
Appena arriverete a Petra, prima ancora di arrivare nel siq, sentirete inesorabilmente odore di (quello che io chiamo) “cane bagnato”.
Un odore di animale sporco.
Non l’odore di fieno e di cavallo che si sente nelle stalle, no. Qualcosa di più penetrante e acido. L’odore si farà più insistente man mano che camminate dentro il siq e raggiungerà il culmine proprio dentro Petra.
Sterco e pattume chiedono il conto.
Mosche
Richiamate dalla quantità indicibile di deiezioni, la cosa più schifosa di Petra (e capisco che sia un termine brutto, ma continuate a leggere) sono le mosche.
Una quantità incredibile, mai viste così tante mosche in vita mia. Ricoprono tutto e tutti, non vanno via se le scacciate, si posano sulle mani, sulle braccia, agli angoli della bocca, negli occhi.
Mentre ansimavo affrontando (il mattino alle 7!!!) la salita e gli scalini per arrivare al Monastero, ne ho ingoiata una. Per poco non vomito. Risalendo il siq a tarda sera, ne ho mangiata un’altra. Qui, non sono riuscita a trattenere i conati.
Le mosche mangiano vive le povere bestie che abitano a Petra, letteralmente. Se tirate fuori del cibo, si avventano su di voi.
Non sono fastidiose, di più.
I giordani che lavorano a Petra, non la rispettano come dovrebbero
Dispiace da morire dirlo, ma sono gli stessi giordani a non avere rispetto di Petra.
Forse la danno per scontata, un po’ come noi italiani facciamo con Pompei.
A Petra si arriva, oltre che attraversando il siq, anche da altre strade. I giordani che “lavorano” a Petra, o perché sono proprietari dei banchini di cianfrusaglie o perché sono proprietari di un asinello, arrivano in SUV vecchi e scassati. Guidano a tutta velocità e ascoltando la radio a volume altissimo. Alzano una polvere incredibile, suonano il clacson senza badare a dove si trovano.
Le decine di venditori o di conducenti di cammelli urlano e litigano tra di loro, cercando di rubarsi i clienti a vicenda. Vociano lungo il siq, ridendo se lanci loro un’occhiataccia.
Tutto questo mi è dispiaciuto da morire.
Capisco che debbano mangiare sfruttando quello che hanno, ma potrebbero farlo in ben altro modo. Il fatto che arrivino frotte di turisti da tutto il mondo e tutto l’anno, non li autorizza a trattare così un patrimonio dell’umanità. Quando esagerano interviene la polizia, presente costantemente a cavallo (animali tenuti benissimo, stavolta!) in tutto il sito. Ma se non esagerano, hanno mano libera.
Un’altra cosa che non mi è piaciuta affatto è questa: senza autorizzazione alcuna, nei punti più panoramici e “classici” nel senso fotografico del termine, qualcuno ha steso dei tappeti.
Ecco, per potersi avvicinare e fare una foto, si deve pagare 1 dinaro.
Ci si avvicina, ci si toglie le scarpe, si attraversa il tappeto dopo aver pagato e in questo modo si è “liberi” di godere del panorama. Arbitrariamente, come se quel posto fosse di proprietà di qualcuno.
Ecco, io mi sono rifiutata.
Non è corretto, non è giusto e francamente rompe anche parecchio le palle. Non date a questa gente neanche una piastra. Se vi fanno problemi, chiamate la polizia turistica che è nei paraggi e vi lasceranno in pace.
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Francesca
La capa, dalla cui mente è nato Chicks and Trips. Senese di nascita, europea per vocazione, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e poi l’ha appesa al chiodo sopra la televisione, tanto le stampe come complemento d’arredo vanno di moda. Passa il suo tempo a scrivere atti più o meno pubblici, fare foto e cadere da cavallo. Se dovesse andare a Hong Kong, sceglierebbe un volo con scalo a Londra e un tempo di attesa di un paio di giorni, pur di farsi un giro nella città della Regina. Sogna di vincere alla lotteria e passare il resto della vita in un appartamento con camino a Mayfair. Autrice de “I Cassiopei (biografie non autorizzate) e “Storia di Biagio“
Grazie per aver scritto questo articolo, andrò a Petra tra poco più di un mese e almeno non sarò colta impreparata dal maltrattamento di questi poveri animali.Non sarà piacevole lo stesso ma almeno cercherò di fare qualcosa per loro portando un pò di pappa per gatti e cani e sicuramente non alimenterò nessun tipo di turismo locale.
Grazie a te, Tiziana! Ogni piccolo aiuto conta, spero tanto che la situazione sia migliorata nel frattempo. Fammi sapere poi!
Grazie per questo post così schietto. Di Petra si leggono sempre solo cose meravigliose ma non è sempre tutto così fantastico e patinato. Mi dispiace molto leggere dello sfruttamento degli animali, per chi li ama molto come me è una sofferenza vedere i loro occhi tristi in certe situazioni.
Infatti, e la gente neanche ci fa caso. Uno strazio.
Non avevo mai letto nulla di simile su Petra! E ti ringrazio per la franchezza. Il turismo di massa, purtroppo, da vita anche a fenomeni simili: animali iper-sfruttati, immondizia ovunque, gente noncurante del luogo (primi fra tutti i cittadini stessi). Ed è un grande peccato, soprattutto per un luogo come Petra! Quando ci andrò (sono indecisa tra Giordania e Turchia per il mio compleanno) porterò da mangiare e bere per gli animali.
Grazie mille, anche poco cibo può fare la differenza! Speriamo nel frattempo la situazione sia migliorata <3
In generale penso che sia doveroso, raccontando un luogo, farlo con onesta’, senza fare sconti. Anche a me è capitato di trovare luoghi che per qualche aspetto mi hanno delusa e mi sono ripromessa di dirlo, con garbo, con gentilezza, ma è importante dirlo, come si direbbe ad un amicva che ha l’insalata tra i denti. Ora che so con certezza che a Petra c’è uno sgradevole odore non la ritengo meno bella.
Hai capito esattamente lo spirito del post
Adoro i post sinceri, effettivamente anche io non avevo mai sentito parlare di tutti questi problemi. è un peccato perché non ci si rende davvero conto dell’infinito valore di questi siti e ormai con il turismo di massa ci sono tantissimi posti meravigliosi rovinati dall’ignoranza. Stendo un velo pietoso sul trattamento degli animali, purtroppo lì la colpa è soprattutto di chi ne fa uso, se si viaggiasse con un minimo di testa sarebbe tutto diverso.
Il turismo responsabile dipende dai turisti 😉
Mi piace la franchezza e, ad eccezioni dei rifiuti presenti, non avevo mai letto questi informazioni su Petra, un posto che neanche a dirlo è in cima alla lista dei luoghi che vorrei visitare. Purtroppo i luoghi eccessivamente turistici a volte sono così, non è una giustificazione ma solo una mera costatazione. Certo che alcuni limiti sono insuperabili come dover pagare per poter ammirare il panorama su un tappetto… io anche mi sarei rifiutata
Io ci sono stata a Novembre e si, i cavalli e i cammelli da soma facevano specchio pena anche a me, infatti ci sono andata per tre volte e il siq per 6 volte l’ho fatto a piedi m! Ma altre cose erano molto diverse, lo sterco veniva raccolto e capitava di trovare solo quello fresco. Cani e gatti randagi non erano così tanti come quando sei andata tu. Probabilmente anche chi ti ha detto che non ha visto ciò che hai visto tu era andato in altri periodi. Anche il tappeto davanti a Petra quando sono andata io non c’era. Le cose cambiano, speriamo che cambino di nuovo ma questa volta i meglio!
Speriamo!
Il tuo articolo mostra un lato decisamente diverso da quello a cui siamo abituati quando si parla di Petra. Conoscendomi, rimarrei molto turbata nel vedere gli animali cosí sofferenti. E’ assolutamente inaccettabile al giorno d’oggi sfruttarli come se fossero cose… ma purtroppo avviene ancora spessissimo. E’ importante cercare di aumentare la consapevolezza nei turisti, anche se non credo tutti siano sensibili allo stesso modo a queste tematiche 🙁 . Il tuo articolo e’ molto interessante, grazie per aver condiviso la tua esperienza di questo luogo senza idealizzarlo.
Grazie a te Simona. Da soli possiamo fare poco, ma se si diffonde l’idea di un turismo più consapevole e nessuno usufruisce degli animali, smetteranno anche di sfruttarli e quindi di maltrattarli. Insieme ce la possiamo fare!
Gli animali non andrebbero usati da nessuna parte. Gli asini sono iper-sfruttati nei luoghi turistici (penso anche a Santorini). In certe zone del mondo si farebbe di tutto in nome del turismo. Io non lo trovo giusto.
No, ma sta a noi turisti declinare. Finché c’è chi compra, ci sarà chi offre.
Grazie per la franchezza e la durezza di questo articolo. Condivido completamente quando scrivi che, in quanto viaggiatori, abbiamo la responsabilità di accertarci che la dignità delle persone, degli animali e dei luoghi viene rispettata oppure no. Se tutti lo facessimo, avremmo il peso per poter cambiare le cose.
Un mese fa eravamo a Bali, nonostante non volessimo il nostro driver si è fermato per farci visitare una piantagione di caffè. A Bali si produce il “caffè di cacca”, quello fatto con fave di caffè digerite da poveri zibetti reclusi e sfruttati. Noi ci siamo rifiutati di bere questo caffè, ma purtroppo c’è molta ignoranza e molto menefreghismo. Ed è molto triste.
Ho letto del caffè allo zibetto e ti ho anche risposto. Avete fatto benissimo.
OMG… Non ci avrei mai creduto se non lo avessi scritto tu che ci sei stata. Non sono sicura di volerci andare, anche se anch’io avevo il sogno sin da Indiana Jones! Con gli animali maltrattati ho dei grossi problemi, ma sei stata dolcissima tu a cercare almeno di portare qualcosina da far mangiare ad alcuni di loro. Davvero difficile leggere di tutto questo, ma hai fatto benissimo a riportare come stanno veramente le cose.
Sei hai la possibilità vai, ma evitando di sfruttare animali da soma e portando una marea di croccantini 😉
Capisco molto bene cosa intendi quando dici che la frustrazione e la rabbia che emergono da questo post non sono un invito a non andare a Petra, quanto ad andare molto preparati. Capisco cosa significa partire con aspettative altissime e trovarsi a cadere dall’alto. Le situazioni che descrivi, in particolare quelle con gli animali, sono terribili. Se ho una certezza, ora, è che se mai andremo in Giordania, imbarcheremo una valigia solo per i croccantini. Ho avuto i conati con te al pensiero di ingoiare quelle mosche! Grazie per questa testimonianza dura ma necessaria!
Anche per me Petra è tra le mete da vedere una volta nella vita e non ti nascondo che, vedendo le foto patinate di molte Travel blogger che ci sono state, nonché articoli , mai avrei creduto potesse te esserci tutti questi disagi. Grazie alle tue parole ci si va preparati almeno psicologicamente. Capisco perfettamente il tuo rammarico, un luogo così bello e poco manotenuto, davvero un peccato. Chissà, magari la spinta turistica del nuovo volo Ryanair potrebbe far cambiare le cose. Come lo auguro vivamente.
Speriamo, ma ho paura che accadrà esattamente l’opposto.
Grazie mille, hai capito in pieno quello che era il mio messaggio!
Cara Francesca devo farti i complimenti oltre che per le splendide foto, per la grande sensibilità che dimostri nello scrivere questo post. Lo sfruttamento degli animali va di pari passo con i mercati abusivi e con i suv a tutta velocità. Si tratta di ignoranza (nel vero senso del termine) della popolazione locale che vede un sito straordinario solo come un’occasione per fare soldi senza rispetto per il luogo, per la sua storia e la sua bellezza. Purtroppo succede in molti posti e, lasciamelo dire, anche grazie all’ ignoranza e alla pigrizia di certi turisti che vedono come “colore locale” lo sfruttamento degli animali. E penso ai poveri asinelli di Santorini. Brava, bravissima che prima di parlare della bellezza, hai parlato della tristezza di Petra!
Grazie Antonella <3
Non è la prima volta che sento dire queste cose su Petra, e ti confesso che un posto così non so se lo voglio vedere. Forse sono esagerata perché a casa mia abbiamo sempre trattato cani e gatti come “persone” (passami il termine) di famiglia, quindi immaginare di essere in un posto dove gli animali vengono maltrattati è davvero troppo per me. E la cosa incredibile è che nessuno faccia niente, anzi sembra proprio che le autorità locali se ne freghino di tutto questo degrado, poi in un posto che è patrimonio dell’UNESCO.
Ti devo fare i complimenti per questo tuo resoconto chiaro e onesto. Il mio compagno è stato diverse volte in Giordania (ma mai a Petra) e una volta ha scritto un post sul mio blog parlando, tra le altre cose, anche di quelle ai quali non siamo abituati ma là sono all’ordine del giorno, e ovviamente le risposte acide nei commenti non sono mancate…
Sono volontaria in un rifugio e anche io tratto i miei amici animali come componenti della famiglia. Non stento a credere i commenti che ti hanno lasciato sul blog, ne ho avuto un assaggio sulla pagina FB in cui alcune persone che hanno visitato Petra una settimana prima di me, dicono di “non aver visto tutto questo”. Forse perché ti faceva comodo?!?
Devo dire che leggere questo post mi ha un po’ amareggiato. Non sono mai stata a Petra ed era nelle mie mete Must Do. Ma dopo averlo letto non so se ho ancora voglia di andarci. Amo gli animali e sono certa che soffrirei a vederli così come li hai descritti. Capisco che in certi luoghi del mondo non ci sia la stessa sensibilità che si ha qui in Europa verso gli animali, ma credo che mi perderei tutto il bello di quel luogo…
Petra è bellissima, non ci sbagliamo. Ma tutto quello che ho descritto mi ha reso difficile ammirarla come avrei voluto.
Non sono mai stata a Petra ma mi piacerebbe molto visitarla 🙂 mi affascina scoprire una città così antica
Hai fatto bene ad essere sincera e ad esprimere la tua opinione. Sarò a breve in Giordania e sperimenterò con i miei occhi queste situazioni. Vedremo!
Speriamo la situazione sia migliorata! (ma non credo…)
Per la prima volta ho letto qualcosa di negativo, ma onesto su Petra. Io non ci sono stata solo perché dal confine con Israele non ci facevano importare la bicicletta. Mi sembrava comunque strano leggere solo meraviglie, quando i mercatini abusivi e lo sfruttamento degli animali sono una costante dappertutto, e raggiungono il top in determinate zone di Nord Africa e Medio Oriente. Dopo il tuo post non so se vorrò ancora andare in Giordania. Se vogliono vivere di turismo dovrebbero imparare a farlo in modo etico e onesto.
Il problema principale credo che sia il turista medio. Non sai quanti commenti ho ricevuto (anche su FB) di persone che dicevano che tutto questo no lo avevano affatto visto, come se quella esagerata fossi io.
Mi ha davvero colpito il tuo articolo. Ho visitato Petra 20 anni fa e non c’erano animali randagi, non c’erano carrozzelle e cammelli, solo i cavalli dei beduini molto ben tenuti. Non c’erano nemmeno bancarelle e tappeti. Peccato non curare di più un posto così unico
Deve essere stata splendida
Coraggioso e necessario. Petra non la conosco ma il poco rispetto per luoghi unici e patrimonio di tutti l’ho riscontrato tante volte, anche in Italia. Il viaggiatore invadente e maleducato da un lato e dall’altro lo sfruttamento dello stesso come se fosse un limone da spremere e via, avanti il prossimo
Sì, certo! Il problema non è Petra, ma l’ignoranza del turismo di massa.
C’è sempre una parte buia in ogni medaglia! E’ vero, ho sempre letto solo cose belle su Petra e il tuo post è il primo che leggo, dove fa vedere il dietro le quinte!
Il problema animali: da quando negli ultimi anni sto leggendo tutto quello che ha a che fare con il loro sfruttamento per far soldi con i turisti, mi rifiuto di usarli (non li ho mai usati e ora ho un motivo i più per non farlo! Non sono volontaria nei canili & simili ma ho preso un cane dal canile e mi scorderò mai la sua condizione psichica & fisica dei primi tempi).
Il problema persone: credo che “aiuti” molto lo stato di povertà ed ignoranza. La mentalità è dura da combattere e cambiare. E se non saranno le persone del luogo a fare il primo passo, che interesse hanno i turisti?
Il tuo articolo mi ha amareggiato molto (non perché l’abbia scritto tu ma per la situazione): dovremmo noi turisti ad imparare a viaggiare in modo consapevole!
Sì, il turismo consapevole è la nuova sfida. Purtroppo no sarà facile con le “masse”. Grazie di aver adottato e non comprato. Un enorme gesto d’amore <3
Per la prima volta leggo un articolo vero, non edulcorato, addirittura arrabbiato. Non sono stata e probabilmente non andrò. Spero che, dopo questo sfogo, tu possa ripensare solo al lato magico di Petra
Grazie.
Questo post é scomodo ma ho apprezzato moltissimo il tuo coraggio e la tua schiettezza. Sono notizie di cui non ero minimamente a conoscenza. E che pena quei poveri animali!
Grazie Sandra!