Se state facendo un tour nella Toscana classica, Pienza non può proprio mancare nell’itinerario nei dintorni di Siena. Questa cittadina collinare in provincia di Siena è la quintessenza di quello che state cercando: viuzze lastricate in pietra serena, storia e arte in ogni angolo, vino e formaggio a pioggia e, se non bastasse, panorami mozzafiato.
Attenzione però, questo di cui vi parlo non è un borgo come gli altri: è stato trasformato, secondo i principi dell’architettura rinascimentale, da Papa Pio II, che in questa zona era nato. Il rifacimento urbano e la conservazione praticamente intatta dal 1400 (anzi, come direbbe qualcuno, quasi milleeccinque!*) hanno valso al suo centro storico l’ammissione alla lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Indice
Pienza: dove si trova, come arrivare, parcheggi e tour organizzati
Si trova nella provincia di Siena, a circa 40 minuti di guida lungo la Strada Regionale 2 verso sud e successivamente lungo la Strada Provinciale 146 verso est.
Da Firenze sono circa 120 chilometri se si prende l’autostrada A1 verso Roma, uscendo al casello Valdichiana e proseguendo verso Torrita di Siena e poi sulla Strada Provinciale 15.
Parcheggi
Il centro storico è chiuso al traffico e l’unica soluzione è parcheggiare all’esterno delle mura e proseguire a piedi: impiegherete poco più di 5 minuti a raggiungere il centro. Ci sono diversi parcheggi gratuiti, noi abbiamo lasciato l’auto in Via degli Archi.
Tour organizzati
Se non si è dotati di un mezzo proprio, ci sono diversi tour prenotabili comodamente da casa:
. tour con degustazione di vini e pranzo
. tour per piccoli gruppi di Pienza e Montepulciano

Storia della “città ideale” di Papa Pio II
Fin dal IX secolo d.C., esisteva nei pressi della Val D’Orcia un piccolo villaggio collinare di nome Corsignano.
Nel 1459 Enea Silvio Piccolomini, eletto papa l’anno precedente con il nome di Pio II, dette incarico all’architetto umanista Leon Battista Alberti di trasformare il borgo toscano, nel quale era nato, nella residenza temporanea sua e di tutta la corte papale.
L’architetto fiorentino in quel periodo teorizzava i principi della città ideale, che applicò alla “città di Pio II” e che prese il nome – appunto – di Pienza.
I lavori furono affidati, su suggerimento di Leon Battista Alberti, a Bernardo Rossellino. Si svilupparono intorno alla via principale, di origine medioevale. Nel giro di pochi anni furono creati, intorno a Piazza Pio II, un sistema di palazzi destinati alla corte, con preciso ordine gerarchico: Palazzo Ammannati, Gonzaga, Borgia e così via.
Nemmeno i ceti più umili furono dimenticati, in questa ristrutturazione urbana: presso le mura cittadine furono costruite le cosiddette 12 case per il popolo.
Cosa vedere a Pienza: Piazza Pio II
È il centro della ristrutturazione urbana di Bernardo Rossellino, alla quale si arriva direttamente dalla via medioevale che prende il nome dall’architetto fiorentino: Corso Rossellino.
La piazza è piccola di volume, ma l’architetto utilizzò diversi trucchi per farla sembrare parecchio più grande: la forma trapezoidale, per far in modo che ci entrassero le facciate di tutti i palazzi progettati, i palazzi Borgia (ora palazzo Vescovile) e Piccolomini con i corpi divergenti inclinati per aumentare l’effetto prospettico e infine la pavimentazione diagonale che crea spazio e linee prospettiche di fuga.
Il pozzo in travertino fu disegnato da Rossellino in persona nel 1462.

La Cattedrale
Dedicata a Maria Assunta, fu costruita su una precedente pieve romanica. È ispirata alle chiese gotico tedesche che Pio II aveva tanto ammirato nei suoi viaggi e ha la facciata di travertino bianco. Al centro del timpano si vede lo stemma di Pio II (che ritroverete in tanti palazzi della città).
Fin subito dopo la sua costruzione, la cattedrale iniziò a cedere nella parte dell’abside (quella più lontana dall’entrata). Le numerose opere di stabilizzazione non hanno però risolto il problema e devo aggiungere personalmente che, camminare in discesa in una chiesa fa un certo effetto.

Palazzo Vescovile
Già denominato Palazzo Borgia, chiude il lato sinistro della piazza. Fu donato da Pio II al cardinale Federigo Borgia (il futuro Papa Alessandro VI), che lo ristrutturò totalmente (adesso ospita il Museo diocesano).
Palazzo Comunale
Di fronte alla Cattedrale si erge il palazzo che ospita l’amministrazione comunale. La facciata è in travertino, con torre in cotto coronata da merli.

Palazzo Piccolomini
Chiude la piazza, a destra della cattedrale, Palazzo Piccolomini, la residenza papale. Ha una pianta quadrata e Rossellino lo progettò ispirandosi a Palazzo Rucellai a Firenze. All’interno del cortile quadrato è stato creato un bellissimo giardino pensile, visitabile.

Corso Rossellino
È la spina dorsale della città, la via che collega le due porte di accesso. Lungo Corso Rossellino di fronte a Palazzo Piccolomini, si trova Palazzo Ammannati, regalato da Pio II a uno dei suoi più cari amici, il Cardinale Giacomo Ammannati. Sulla sinistra, in un piccolo slargo, si vede la chiesetta gotica dedicata a San Francesco, della fine del duecento, salvata dalla ristrutturazione quattrocentesca e dai bombardamenti della II Guerra Mondiale.
Panorami
Allontanatevi dal corso principale e incamminatevi in una delle stradine laterali. Arriverete alla fine del borgo e vi troverete davanti panorami come questo: la val d’Orcia, il Monte Amiata e Montalcino, nelle giornate limpide.

Cosa mangiare a Pienza: il pecorino
Non potete visitare questo posto senza aver assaggiato, in una delle decine di trattorie che punteggiano il corso principale, il suo prodotto più famoso: il Pecorino di Pienza.
Si tratta di un formaggio a pasta dura di latte di pecora, stagionato per un minimo di 90 giorni in barriques di legno di rovere. È uno dei Prodotti Agroalimentari Toscani riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole.
Curiosità su Pienza
La città ideale fu scelta da Franco Zeffirelli quale location per il suo capolavoro del 1968 “Romeo e Giulietta“.
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*per i più giovani, è una citazione dal film di Roberto Benigni e Massimo Troisi Non ci resta che Piangere.
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Ma sai che proprio sabato sera hanno fatto vedere a Eden, il programma di Licia Colò su La7 il borgo di Pienza? Hanno raccontato di come la povertà della gente e lo spopolamento negli anni 60-70 abbia di fatto preservato il borgo dallo scempio edilizio avvenuto nel resto d’Italia, rendendolo oggi un vero gioiellino. quando negli anni 90 poi il borgo si è ripopolato le ristrutturazioni sono state fatte con materiali adeguati e i dovuti vincoli architettonici che hanno lasciato il borgo come immutato dalle sue origini.
Noo, me lo sono perso, che peccato!
L’anno scorso volevo fare un on the road in Toscana ma non avevo pensato di includere Pienza. Se riuscirò ad andare quest’anno, sicuramente le dedicherò una mezza giornata anche soltanto per vedere la piazza principale e la fine del borgo dove poter ammirare il bellissimo panorama sulla Val d’Orcia, mentre lascio mio marito a provare il pecorino!
Includila, è un buon posto per una sosta durante un on the road in Toscana!
Adoro la campagna toscana ed i suoi splendidi borghi, e Pienza è uno dei miei preferiti in assoluto. I deliziosi vicoli, i panorami sulla Val D’Orcia, le trattorie tipiche ed i negozietti con prelibati prodotti enogastronomici. Non vedo l’ora di poterci tornare!
Ti aspetto 😉
Devo ammettere di aver associato Pienza solo e sempre al pecorino. Mea culpa! Scopro con te che invece è molto più caratteristico la di quanto credessi e ha anche panorami incredibili facilmente raggiungibili!
Mi hai fatto tornare in mente la nostra visita a Pienza di qualche anno fa, passeggiando tra i suoi vicoli e ammirando i panorami sulla val d’Orcia… Sarebbe proprio ora di tornare, anche perchè credo con tutta me stessa che sia uno dei luoghi in cui si mangia meglio al mondo in assoluto!
In effetti sì! Si mangia davvero benissimo, anche se si esclude il pecorino 😉
È qualche anno che manco da Pienza, ma ricordo bene la chiesa, la piazza e le sue strade dai nomi così romantici, come via dell’Amore e via del Bacio. Dal tuo post scopro che Zeffirelli vi ha girato Romeo e Giulietta e chissà che non sia questo il motivo del nome delle due vie?
AH! Lo sai che non lo so? Bisognerebbe studiare la storia della toponomastica!