Se vi siete appassionati alle nostre settimane di quarantena (ecco le impressioni della prima e della seconda seconda), forse sarete curiosi di sapere com’è la vita dopo e come se la cavano i coreani con il Covid-19.

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Seoul ai tempi del Covid-19
Sono solo pochi giorni che siamo fuori, ma la sensazione è che qui la vita prosegua, in linea di massima, tranquillamente. Seoul è brulicante di vita, è una città che non dorme mai.
Quindi come fanno a contrastare il virus in una città così popolosa? Tutti portano le mascherine. E quando dico tutti, intendo proprio tutti. Delle tantissime persone incontrate in questi giorni, quelle senza mascherina saranno state non più di 10 e sempre all’aperto perché in qualsiasi luogo chiuso è vietato l’ingresso senza mascherina.
Anche i bambini le portano, salvo quelli piccolissimi e solo all’aperto si vedono bimbi senza. All’accesso nei grandi centri commerciali come il Coex o il Lotte ci sono i termoscanner. In alcuni negozi e strutture misurano la febbre all’ingresso.
Al Bongeunsa Temple c’è un elenco sul quale segnare ora d’ingresso e recapito telefonico, per tracciare subito eventuali contagi. Il gel disinfettante è davvero ovunque. Pubblicità e avvisi in ogni dove sulle modalità da tenere per evitare i contagi.
I pochi contagi sono dovuti ache al fatto che per cultura i coreani sono meno fisici di noi. Non si salutano con baci e abbracci, ma con un inchino.
La sensazione che provo girando, nonostante il fastidio inevitabile della mascherina visto il caldo umido che c’è, è di sicurezza e tranquillità. Anche dentro la metropolitana mi sembra che sia tutto nella norma, nessuno la evita. Tanto che stiamo evitando gli orari di punta, prediligendo per ora muoverci a piedi o in taxi (anche perché qui il taxi ha costi davvero contenuti).

I ristoranti e i bar sono pieni, i centri commerciali anche. I musei hanno riaperto da pochi giorni e nei parchi l’accesso ai giochi dei bambini è per il momento interdetto causa covid-19. La contraddizione è evidente e anche interessante!

Il meteo a Seoul
Noi intanto sperimentiamo l’estate coreana che è fatta di umidità pura. Il caldo non è così forte, ma il mix di umidità, smog e mascherina alle volte rende l’aria irrespirabile. L’ultima volta che siamo stati a Seoul erano meno dieci gradi. Decisamente un altro clima.
Il caldo viene stemperato da giornate di pioggia intensa. D’altra parte è la stagione delle piogge e quindi la cosa non dovrebbe sorprenderci. Ma basta che il sole esca da dietro le nubi per coprirci di sudore. Abbiamo dovuto comprare a nostro figlio uno degli immancabili ventilatori portatili perché era eternamente zuppo di sudore.

Il traffico
Il traffico di Seoul è il delirio che ricordavo. Un mix di Roma e Napoli all’ennesima potenza. E i coreani guidano come pazzi. Nelle ore di punta si fa prima a piedi che in automobile.
Ci sono tantissime auto di lusso. Tesla, McLaren, Ferrari, Lamborghini, Bentley, Maserati, Porsche… vi lascio immaginare i commenti entusiasti dei miei uomini. Praticamente ogni tre metri ci fermiamo a contemplare automobili.

Abbiamo saputo che ci fermeremo qui almeno per un altro mese. Ne approfitteremo per scoprire con calma questa città e spero di aver modo di parlarvene approfonditamente nei prossimi post.
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Romana di nascita, sabina di azione, mamma di cuore. I suoi viaggi sono un mix tra il suo animo cittadino e l’amore incondizionato per la natura della mezza mela con cui condivide la vita. “Alla fine però sono venuti dei bei mix”, assicura lei. Chissà se la pensa così anche Lampo, il gatto più viziato del mondo, che li attende con pazienza a casa ogni volta. Anche se di fatto è un avvocato, Francesca dice di non avere ben chiaro cosa vuole fare da grande, ma sarà bene che lo capisca in fretta perché i figli crescono e le Ducati Panigale costano!
Anche una mia amica che ci è stata mi ha detto le stesse cose sul traffico! 🙂